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Società pubblica dei rifiuti, D’Addesa: “Nuova svolta, ma…”

Avellino – “La costituzione di una società pubblica per la gestione dei rifiuti in Provincia di Avellino, votata all’unanimità dal Consiglio Provinciale, suona come una buona notizia per tutti i cittadini irpini ed in particolar modo per quelli che si sono battuti da tempo per questa soluzione e che hanno a cuore la salvaguardia dell’ambiente nel nostro territorio. I quattro anni della precedente Amministrazione De Simone hanno visto l’Ente Provincia continuamente sotto assedio per la questione rifiuti e tanti sono stati i momenti anche di dolore e sofferenza patiti dai vertici dell’Amministrazione Provinciale a partire dall’approvazione nell’ottobre del 2004 della delibera consiliare con la quale si individuò, a seguito del lavoro di un gruppo di esperti, la località Ischia nel Comune di Savignano Irpino quale sito di stoccaggio per fos e sovvalli della sola Provincia di Avellino. Quell’atto fu votato all’unanimità dai consiglieri presenti del centrosinistra e del centrodestra ad eccezione del Presidente del Consiglio Provinciale; ne seguì una manifestazione di protesta, con espressioni eccessive, a cui parteciparono esponenti istituzionali di Enti locali, della Comunità Montana Valle Ufita, rappresentanti politici ed istituzionali, ivi compresi alcuni consiglieri provinciali espressioni dell’Arianese che avevano votato l’atto, addirittura parlamentari nazionali eletti nella Regione Puglia in protesta per motivi di vicinanza territoriale a Contrada Ischia”.
Così Erminio D’Addesa, ex consigliere provinciale dell’era De Simone e attuale esponente dell’Idv che in una nota continua: “E poi a seguire tutti gli altri eventi legati alla querelle rifiuti che hanno drenato energie ed attenzione all’Amministrazione Provinciale 2004/2008 rispetto alle tante problematiche che attanagliavano il territorio irpino: la riapertura per venti giorni della discarica di Difesa Grande per fronteggiare la permanente emergenza rifiuti del napoletano; il dramma dell’apertura della discarica di Pustarza nel Comune di Savignano Irpino a pochi km da quella di Difesa Grande; lo stoccaggio di (eco?)balle nel CdR di Pianodardine; la battaglia contro la progettata megadiscarica del Formicoso; l’attacco massiccio che veniva (e continua a venire) da Napoli e dall’area metropolitana costiera verso i nostri territori da utilizzare come loro pattumiera e tante altre cose da tramandare ai posteri con un’adeguata opera libraria. Ora le cose forse stanno migliorando e comunque da parte dell’attuale maggioranza di centrodestra deve essere dato riconoscimento al lavoro svolto dalla precedente maggioranza di centrosinistra sulla questione rifiuti e per questo impegno parlano le carte, le delibere di consiglio, di giunta, di commissione. L’auspicio è che la linea rappresentata dal Presidente Sibilia e dall’Assessore Gambacorta continui ad essere vincente e non subisca nel corso del tempo condizionamenti da parte di chi all’interno della compagine provinciale ha operato per un coinvolgimento dei privati nella governance dei rifiuti in Provincia di Avellino. Il campo sul quale l’Amministrazione Provinciale deve comunque battersi è quello della riduzione della produzione dei rifiuti anche nella nostra Provincia cercando in questo campo la dovuta e necessaria collaborazione dei Comuni, delle Scuole, della Chiesa e quindi delle famiglie; è necessario un nuovo impatto culturale con una forte campagna di informazione e sensibilizzazione anche al fine di garantire ed affermare un migliore stile di vita, più sobrio che aiuti anche a meglio affrontare la crisi economica. La società dei consumi e del falso modernismo ha indotto anche la gente delle nostre parti ad abbandonare le sane e buone abitudini come ad esempio quella di non bere l’acqua di rubinetto privilegiando le bollicine con il risultato di consumare soldi e produrre rifiuti; ad utilizzare posate di plastica e tovaglioli di carta ed invece bisogna tornare ai tovaglioli di stoffa che meglio aiutano a stare a tavola; quindi bisogna rifiutare le confezioni quando si fanno gli acquisti; fare la spesa usando borse riutilizzabili; fare l’orto dove è possibile (Michelle Obama docet), utilizzando come concime il compost domestico, ecc.. La crisi economica doveva aiutare a modificare alcune abitudini negative ma il sistema industriale e dei consumi pare resistere a questa necessità e perciò è il cittadino-consumatore a dover dare un segnale preciso. Questo messaggio deve passare innanzitutto nei circuiti familiari, aziendali, comunitari; dal piccolo deve partire questo impegno che è soprattutto culturale ed in questo le istituzioni devono giocare un ruolo determinante anche nella nostra Provincia”.

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