Sirignano, due incontri con il boss dopo il rogo dell’escavatore. Indagati in silenzio davanti al Gip

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SiRIGNANO- Hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere i due indagati per la tentata estorsione compiuta verso la fine del 2020 ai danni di un’impresa che operava a Sirignano. Bernardo Cava e Pellegrino Crisci, assistiti dagli avvocati Alessandro Del Grosso e Gaetano Aufiero hanno fatto scena muta davanti al Gip del Tribunale di Napoli Leda Rossetti, che ha firmato la misura cautelare nei loro confronti. Sicuramente sarà il Tribunale del Riesame a dover decidere sulla loro posizione. Dalle indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Baiano emergono nuovi particolari. A partire dell’episodio avvenuto nell’ottobre 2020 bel comune mandamentale. I danni all’escavatore e l’imprenditore, che poi aveva deciso di denunciare, che aveva però avuto due incontri con Bernardo Cava e Pellegrino Crisci. In uno di questi proprio il boss Cava, che da appena un anno era stato scarcerato (dopo una condanna ad undici anni scontata nell’ambito del maxiprocesso al Clan) avrebbe rassicurato lo stesso imprenditore, facendogli presente chi era, ovvero secondo la Dda spendendo la fama criminale del clan Cava e assicurandogli: non ci sono problemi. Dalle intercettazioni e dalla denuncia si è poi giunti alla misura cautelare eseguita ieri dai Carabinieri.