L’Editoriale. Sindaco Festa, nulla da dichiarare?

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Attilio Ronga – In queste ore un dubbio assale, presumo, quasi tutte le redazioni giornalistiche di Avellino relativamente all’inchiesta che riguarda il Comune e annovera tra gli iscritti nel registro degli indagati nomi “eccellenti” (si rammenta per ora solo sospettati e non condannati). Quello che riguarda il sindaco Gianluca Festa. Ci convochera’ o no? Non che sia il nostro piu’ impellente bisogno quello di attendere la chiamata del sindaco di Avellino. Mentre sfogliamo questa margherita, ricostruiamo un po i fatti. Come è noto la Procura di Avellino nella giornata di ieri ha depositato gli atti che serviranno a dimostrare la cosidetta “esigenza probatoria”, cioè il motivo per cui circa due settimane fa, il sostituto procuratore Vincenzo Toscano ha firmato un decreto di perquizione e sequestro eseguito dai Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino nei confronti di tre indagati e qualche giorno dopo nei confronti di altri tre, tra cui lo stesso primo cittadino. Sulla tempistica del deposito non sono mancate censure da parte delle difese. Ma è chiaro, quantomeno verosimile, che trattandosi di materiale probatorio abbastanza delicato e alla luce della tempistica adottata anche ampio, la Procura si sia riservata uno spazio più ampio per selezionare gli atti diventati ostensibili. Almeno, anzi sicuramente solo alle parti interessate, ovvero agli indagati che sono stati raggiunti dai sequestri e che hanno impugnato davanti al Tribunale del Riesame per le misure reali di Avellino il decreto firmato dal pm Vincenzo Toscano. Per le misure cautelari reali, cosi come per quelle personali, vale la necessita’ di depositare nelle 24 ore successive al deposito dell’ istanza di Riesame. Nel caso sia un sequestro preventivo c’è anche la sanzione della nullità del provvedimento se ciò non avviene. Nel caso delle perquisizioni avvenute qualche giorno fa, invece, trattandosi di un sequestro probatorio, il perimetro temporale può essere più ampio anche perché immune da sanzioni di nullità e ripronibile da parte del magistrato che lo ha emesso. Ma non dobbiamo certo fare i giuristi, non ne’ abbiamo le competenze e neppure la presunzione. Torniamo a cose più concrete
Venerdì poi ci sarà la prima discussione davanti al Collegio presieduto dal giudice Sonia Matarazzo (e composto dai giudici Fabrizio Ciccone e Michela Eligiato) e mercoledi’ invece quella per il sindaco, davanti al collegio presieduto dal giudice Roberto Melone. Le imputazioni provvisoriamente contestate dalla Procura, almeno una parte di esse sono ora nella disponibilità di copia e consultazione da parte dei legali dei quattro indagati, la dirigente Filomena Smiraglia e il consigliere Diego Guerriero e suo fratello Fabio, gli avvocati Marco Campora e Marino Capone, ed il sindaco Gianluca Festa difeso dall’avvocato Luigi Petrillo, per consentire che ci possa essere un contraddittorio nel corso dell’udienza, a meno che, consultati e conosciuti gli atti, le stesse parti (come e’ loro piena facoltà) rinuncino alla stessa udienza davanti ai giudici del Tribunale della Libertà. E’ poco probabile che le difese ambiscano o pensino a rendere noti gli atti che hanno portato alle attività di polizia giudiziaria. Cosa diversa, invece, per gli atti nella disponibilità del sindaco di Avellino Gianluca Festa. All’indomani della perquisizione subita (per inciso comunicata alla stampa dallo stesso sindaco con una nota e non certamente frutto della suggestiva e sempre evocata in altre circostanza simili, fuga di notizie) , infatti, il primo cittadino si era affrettato a convocare una conferenza stampa in cui, con toni perentori e tranquillizzanti, aveva parlato di perquisizione con “esito negativo”. Assicurando che nulla era emerso dalle attività eseguite dai Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino, si rammentara’ eseguite alle otto di sera (vuoi vedere proprio per evitare che lo sapesse la stampa e tutelare il primo cittadino, ma questo per la nostra inveterata tendenza a pensare male è solo un sospetto, seppure legittimo, ma senza nulla di concreto), salvo poi in una intervista della difesa di Festa, affidata ad un penalista di tutto rispetto e di eccellente competenza come Luigi Petrillo, “insorgere” perché non si conoscevano gli atti (quelli per cui però era stata assicurata la negatività del riscontro delle perquisizioni con assoluta certezza nella summenzionata conferenza stampa). Per la verità il sindaco si era avventurato anche in una valutazione giuridica sulla consistenza delle imputazioni e il riscontro con quanto caduto in sequestro. Ebbene, non è sicuramente obbligatorio che il sindaco riconvochi la stampa alla luce degli eventuali sviluppi che sono stati determinati anche nel suo caso dal deposito degli atti, come è noto e come ha spesso ricordato lo stesso penalista che lo rappresenta i processi si fanno nelle sedi deputate. Ci auguriamo che anche dopo aver letto le informative che lo riguardano e lo chiamano in causa (o se preferite in presunta correita’) possa essere sicuro della negativita’ ed inconsistenza. Ma sarebbe un gesto anche di opportuno riscontro alle rassicurazioni che ha dispensato dopo le perquisizioni eseguite a suo carico, rappresentare e rendere note le accuse nei suoi confronti, magari riconvocando una conferenza anche solo per dire che è confermata la totale negatività degli accertamenti anche da quanto si evince dagli atti ufficiali. Noi siamo disponibili ad ascoltare quello che vorrà spiegare nuovamente alla comunità, che credo voglia avere la conferma (tifoserie a parte ovviamente) di quanto ha assicurato lo stesso primo cittadino nella conferenza stampa. Non siamo doganieri, ne’ protagonisti del film del famoso film del 2010 di Dany Boom, ma proprio ispirandoci a quel titolo, con la massima cordialità chiediamo al primo cittadino: non ha nulla da dichiarare?