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I sindaci contro l’Asl, Foti: “I problemi della sanità non si affrontano con la burocrazia”

Marco Imbimbo – Il comitato di rappresentanza del sindaci è pronto a passare al contrattacco verso l’atto aziendale dell’Asl. Questa mattina c’è stato il primo incontro ufficiale dopo la nomina del comitato composto da Paolo Foti (Avellino), Domenico Gambacorta (Ariano), Michele Vignola (Solofra), Rosanna Repole (Sant’Angelo dei Lombardi), Marcello Arminio (Bisaccia).

Il primo passaggio è stata la nomina di Foti quale presidente del comitato e ora si entrerà nel vivo. Il prossimo 11 dicembre verrà convocata di nuovo l’assemblea dei sindaci per affrontare quell’atto aziendale dell’Asl che il comitato ha già respinto, sulla scorta di un confronto che c’è già stato in consiglio provinciale.

«Il documento licenziato a Palazzo Caracciolo – spiega Foti – mette in evidenza una serie di criticità e deficienze dell’atto dell’Asl. Quest’ultimo, tra l’altro, ha già ricevuto una sorta di bocciatura dalla Regione, rinviandolo alla direzione dell’Asl per delle modifiche e integrazioni».

In attesa di riunire i sindaci irpini per discutere su un atto che «non possiamo ritenere definitivo», il presidente del comitato tenterà anche un incontro con Maria Morgante, direttore generale dell’Asl: «Suggerirei a lei di aprirsi a questo confronto con i sindaci – spiega Foti – perchè sono portatori delle esigenze dei territori e chi meglio di loro conosce le difficoltà delle comunità».

Un invito forte, quello rivolto alla Morgante, perché  «con le esigenze della sanità non si può essere portatori di burocrazia e questo atto aziendale mi sembra meramente burocratico», precisa Foti.

Il sindaco di Avellino ricorda anche quanto accaduto negli ultimi mesi e come l’Asl abbia di fatto evitato il confronto con i rappresentanti dei territori: «Nel momento in cui quell’atto è stato licenziato dalla direzione generale, non era formalmente ricostituito il comitato di rappresentanza, ma si poteva chiedere un confronto in qualsiasi sede. Questo non è stato fatto perchè evidentemente se ne voleva fare a meno».

L’atto aziendale preparato dall’Asl non solo non risolverebbe i problemi della sanità in Irpinia, ma rischia di accentuarli come nel caso degli ospedali di Solofra e Sant’Angelo del Lombardi o del presidio di Bisaccia. «A questo punto non capisco perché si voglia mandare in agonia un ospedale come quello di Solofra e aspettare che muoia, piuttosto che dire chiaramente che non serve – dichiara in maniera provocatoria Foti. Stesso discorso vale per il presidio di Bisaccia che viene relegato ad un’entità indistinta che non può dare risposte a livello di prima emergenza a un territorio molto defilato rispetto ad altri ospedali. Oppure lasciare che l’ospedale di Sant’Angelo si debba privare dell’apporto della “Don Gnocchi”».

Le criticità riscontrate nell’atto aziendale dell’Asl sono tante e necessitano di un incontro con la Morgante che, dal canto suo, non è sembrata finora intenzionata a confrontarsi con i sindaci irpini né tanto meno avrebbe intenzione di modificarlo. «Se così dovesse essere mi dispiacerebbe, perché darebbe una risposta insufficiente al territorio. Si assumerebbe una responsabilità morale che sarebbe difficile da sopportare perché si parla della salute dei cittadini», sottolinea Foti prima di ribadire che «questo documento, così com’è, non può essere accettato dal comitato di rappresentanza dei sindaci».

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