Promuovere un processo di progettazione partecipata per Piazza Libertà. Questa l’idea di Adelchi Silvestri, consigliere comunale e coordinatore cittadino del Pdl. In vista della seduta del Consiglio Comunale convocato per il 2 aprile in cui si discuterà proprio degli indirizzi per la piazza principale della città, Silvestri fa la sua proposta perché il nuovo disegno di questo luogo così centrale ed identitario sia frutto di una condivisione di intenti ed esigenze. «Dovranno essere i cittadini i protagonisti del restyling di Piazza Libertà- spiega Silvestri- attraverso una serie di incontri e consultazioni atti a gettare le basi per formulare una serie di indirizzi sul disegno futuro della piazza. Quello è il cuore pulsante della città e dovrà somigliare all’idea che i cittadini hanno di quel luogo, dovrà rispecchiare le loro esigenze. Per questo motivo chiederò in Consiglio che si attivi un processo di progettazione partecipata. L’amministrazione si dovrà far carico di promuovere incontri di consultazioni cui prederanno parte tutti i portatori di interesse, commercianti, professionisti, rappresentanti di associazioni e singoli cittadini. Il confronto trasparente sarà il percorso che condurrà alla riqualificazione della Piazza. Tutti i dati salienti raccolti nel corso delle consultazioni andranno a comporre l’ossatura del bando per il rifacimento della piazza. Insomma le scelte non possono essere affidate solo a tecnici ed esperti di urbanistica, ma alla cittadinanza intera, perché in quel luogo passano tutti gli avellinesi, e tutti dovranno riconoscersi nella piazza più importante della citta. Non si può non tenere in debita considerazione chi ha veramente a cuore questa piazza». E da comune cittadino anche Adelchi Silvestri dice la sua su questo luogo simbolo: «Ovviamente anche io ho una idea, un desiderio rispetto al nuovo aspetto che potrebbe avere Piazza Libertà. La immagino come uno spazio aperto che sia naturale prosecuzione dell’isola pedonale di Corso Vittorio Emanuele. Una piazza dalla concezione europea il cui segno identitario sia condensato in una fontana-scultura centrale e dal disegno della pavimentazione. Poi solo spazio aperto che possa essere arredato da bar e ristoranti che vi insistono. Questa è la mia idea, questo vorrei condividere con il resto della cittadinanza in questo esercizio di democrazia che è l’architettura partecipata».
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