A conclusione di attività di controllo, i carabinieri della Stazione Forestale di Volturara Irpina, hanno deferito in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria un imprenditore della provincia di Napoli ritenuto responsabile di violazioni connesse alla tutela dell’ambiente e della salute pubblica nonché delle norme sull’immigrazione e sulla disciplina del lavoro.
All’esito delle verifiche, infatti, sono stati scoperti quattro operai in nero (due dei quali di nazionalità ucraine sprovvisti di permesso di soggiorno) all’interno di questa società, con sede a Volturara Irpina, dedita alla produzione florovivaistica e ortiva.
Nella circostanza è stato richiesto l’intervento dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Avellino che ha ritenuto necessario la sospensione dell’attività imprenditoriale in considerazione che sono stati impiegati lavoratori privi di regolare assunzione in misura superiore alla soglia del venti per cento del totale delle rispettive maestranze fissata dalla normativa vigente.
Alle operazioni hanno preso parte anche i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale (Nipaaf) del Gruppo Carabinieri Forestale di Avellino in sinergia con i militari della Stazione Carabinieri di Volturara Irpina.
I militari operanti hanno esteso il controllo anche nell’ambito sanitario, in relazione all’impiego di prodotti fitosanitari. E all’interno di un deposito, sono stati rivenuti di prodotti fitosanitari conservati in modo promiscuo con prodotti agricoli, diserbanti e concimi.
Dalle successive verifiche è emerso che alcuni di essi erano fuori commercio e non più impiegabili sulle colture. In considerazione della mancata esibizione sia delle schede di sicurezza circa l’uso degli stessi che della documentazione di acquisto, si è reso necessario procedere per la distruzione di tali prodotti che avrebbero comportato un rischio per la salute pubblica.
Per questo motivo è scattato il sequestro sanitario di un appezzamento di terreno di circa 3.000 metri quadrati, coltivato ad ortaggi, pronti per essere raccolti in quanto contaminati da fitofarmaci pericolosi per la salute.
Infine, poiché il responsabile dell’azienda non ha fornito agli inquirenti alcuna documentazione attestante il regolare smaltimento, è stato contestato anche il deposito incontrollato e la gestione illecita di rifiuti pericolosi e non.