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Sidigas, sconfitte così non minano il percorso. Altro che critiche e mugugni

Riavvolgiamo il nastro è partiamo dal finale, e non dai liberi sbagliati da Leunen, quantomeno da quella tripla, quasi dal palleggio, sulla sirena dei 24” di Bramos convalidata all’Umana dall’instant replay, bensì dalle parole di Pino Sacripanti. “Venezia una c***o di squadra – ha tuonato il coach – E quando si gioca con squadre di questo livello e siamo punto a punto le pareti del Delmauro devono venire giù. Resto attaccatissimo ad Avellino, ma tutto l’ambiente deve essere compatto, questo è un gruppo che non si risparmia niente e fa di tutto per portare il nome della città più in alto possibile. Nei playoff contro Pistoia e Reggio Emilia ho provato delle sensazioni fantastiche, vorrei che fosse sempre così…”

Non si risparmia il coach della Sidigas, che chiama coesione e unità di intenti a tutto l’ambiente, probabilmente troppo abituato ai palati sopraffini del recente fortunato ciclo. “Siamo primi in Champions e quarti in Lba” ha proseguito il coach canturino, parole che fanno da eco a quelle pronunciate dallo stesso tecnico all’antivigilia dell’importante sfida contro la Reyer: “Stiamo giocando al di sopra delle aspettative, come se Avellino giocasse a questi livelli da dieci anni, ma non è così”.

Quasi a quotare quel “ricordati chi sei” del complottista britannico David Icke e a rivolgerlo allo sparuto numero di insoddisfatti, che troppo presto ha dimenticato da dove si è partiti appena undici mesi fa. Certo numeri alla mano i tabellini dei vari Thomas e Obasohan non hanno inciso affatto sull’economia della gara, soprattutto se contrapposti poi a quello lagunare, dove soltanto il convalescente Tonut e Viggiano sono rimasti a secco di canestri. Segnale, quest’ultimo, della maggiore profondità del roster a disposizione dell’occhialuto De Raffaele.

Sconfitte così non minano il percorso, perché Venezia era in scia positiva da otto turni e perché le fatiche di Coppa, seppur condivise con la Reyer, si fanno sentire, specialmente dal punto di vista dei viaggi. Restano però le parole di Sacripanti, ammonitorie per lo più, rivolte a tifosi e addetti ai lavori e quell’apologia a spada tratta dei propri giocatori: “Thomas, Obasohan e Cusin non si discutono”. Finora ha avuto ragione lui, difficile dargli torto…

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