Sidigas, braccio di ferro sui sequestri. La Cassazione riapre la questione

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AVELLINO- I sequestri Sidigas dovevano riguardare per equivalente solo i beni personali di Gianandrea De Cesare oppure anche quelli aziendali? L’ultimo capitolo del lungo braccio di ferro tra accusa e difesa riguarda proprio questo tema. I magistrati della Terza Sezione della Corte di Cassazione hanno annullato con rinvio ad una nuova Sezione del Tribunale di Avellino, accogliendo il ricorso presentato dagli avvocati Olindo Preziosi e Valerio Freda, l’ordinanza del Tribunale del Riesame avellinese in relazione alla richiesta di sequestro dei beni aziendali della Sidigas, che aveva di fatto ritenuto valida la scelta fino a quel momento portata avanti dalla Procura della Repubblica di Avellino, che si era limitata a sequestrare per equivalente i beni personali dell’indagato.

In buona sostanza la difesa di De Cesare ha sempre sostenuto che il provvedimento originario emesso dal Gip Marcello Rotondi atteneva ad un importo di circa 46 milioni e doveva essere eseguito in via principale sui beni societari, in via residuale ed in caso di incapienza, sui beni personali (di De Cesare ndr). La Procura ha sequestrato direttamente i beni personali, lasciando gasdotti e altri beni societari senza vincoli. Tutto è venuto fuori con maggiore chiarezza quando la difesa ha ottenuto il dissequestro parziale per estinzione del debito tributario di una somma pari a 19 milioni di euro, e la stessa difesa ha chiesto alla Procura di eseguire il dissequestro.

Dopo che Procura e Guardia di Finanza hanno eseguito una verifica, le difese hanno appreso che il sequestro fino a quel momento realizzato era incapiente e quindi non poteva eseguire il dissequestro. Alle decisione è stato evidenziato dalle difese che il provvedimento faceva riferimento ai beni aziendali. Cosi scatta un’istanza al Gip, che però rigetta, nonostante ci fosse la possibilità di porre sotto sequestro i gasdotti. C’è l’udienza al Tribunale del Riesme per le misure reali di Avellino, che sostanzialmente rigetta la richiesta. Da qui il ricorso per Cassazione e la decisione dei giudici di rinviare tutto al Tribunale di Avellino.