Doveva essere un’impresa, serviva la partita perfetta per violare il fortino del Pala Bigi della Grissin Bon Reggio Emilia. Avellino ci ha provato, ha lottato ed esce a testa altissima ma non senza rimpianti.
I lupi biancoverdi hanno messo in campo l’orgoglio, il cuore ma nei momenti chiave della gara è mancato quel quid in più per cui la Sidigas, che è stata sempre costretta a rincorrere i propri avversari, non è riuscita a riacciuffare l’avversario; vuoi per mancanza di lucidità, vuoi perchè la mano, per alcuni giocatori del roster, ha tremato come non mai. Sarebbe stato interessante vedere come i giocatori di Menetti avrebbero reagito se fossero stati costretti ad inseguire i biancoverdi in una partita da dentro o fuori.
Troppe le palle perse e gli errori nel terzo quarto quando la Scandone avrebbe potuto approfittare di un momento di appannamento del team di casa, troppe le scelte azzardate e sbagliate dei vari Green e Ragland. Poi se a Reggio si mette a giocare uno come Kaukenas che dall’alto dei suoi 39 anni riesce ancora ad essere decisivo, allora bisogna solo applaudirlo e dare l’appuntamento all’anno prossimo quando la Scandone, con un’esperienza in più sulle spalle, riproverà a scrivere qualcosa di importante per lo sport irpino.
Buva e Nunnally hanno giocato una partita sontuosa, purtroppo come aveva detto Sacripanti qualche giorno fa, per andare in finale doveva servire l’apporto di tutti. Quando si è costretti a giocare contro una squadra come Reggio Emilia che può schierare su 10 atleti a referto, 9 di primissimo livello mentre dall’altra parte devi per forza fare affidamento su una rotazione corta che non da tutti i frutti sperati, allora risulta impossibile violare un campo caldo come il Pala Bigi dove Reggio Emilia, quest’anno ha perso solo due partite.
La Sidigas quest’anno ha regalato a tutta l’Irpinia sportiva, e non solo, emozioni fortissime. Da quel nefasto derby perso contro Caserta alla vigilia di Natale, i lupi hanno svoltato completamente la loro stagione. Sono stati protagonisti di una cavalcata vincente in campionato, hanno sfiorato l’impresa di portarsi a casa la seconda coppa Italia della loro storia e dulcis in fundo sono stati ad un passo dalla finale scudetto, da quel traguardo che avrebbe arricchito di un nuovo pezzo di storia la gloriosa società biancoverde di Contrada Zoccolari.
Non si poteva fare di più, forse. E’ andata così, va bene così. Ora inizia il duro lavoro per tutto il team dirigenziale della Sidigas: bisogna cercare di trattenere tutti quei campioni che sono stati i veri protagonisti di questa importante stagione. Nunnally e Ragland su tutti. Sacripanti ha creato una base forte e solida su cui ripartire a fine agosto per la nuova stagione, sarebbe un peccato smantellarla per ricominciare tutto da capo.
Si dice che dalle grandi sconfitte nascono le più grandi vittorie. La Sidigas da l’appuntamento ai suoi tifosi all’anno prossimo per scrivere insieme altre gesta memorabili con la speranza che possano andare ad arricchire il palmares di una società che mai come ora è seguita e amata da tutti.