Sidigas Avellino, applausi e palazzetto pieno per Santo Stefano da Cantù

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Cinque vittorie di fila.

Tanti sono i successi inanellati dalla Sidigas Avellino negli ultimi cinque turni di campionato.

Una striscia di risultati utili così importante che mancava da ben tre stagioni, da quando – nel girone di ritorno del campionato 2012/2013 – l’allora Scandone Avellino di coach Cesare Pancotto e Jaka Lakovic riuscì nell’impresa di raddrizzare una stagione partita male e proseguita peggio, sfiorando alla fine l’accesso ai playoff dopo una lunga cavalcata che permise ai biancoverdi di vincere nove delle ultime dodici partite della stagione regolare.

Quella fu, forse, l’ultima pagina d’emozioni che regalò il romanzo d’amore della beneamata biancoverde ai propri tifosi.

Il protagonista, don Cesare da Porto San Giorgio, qualora ve ne fosse stato ancora bisogno, suggellò con quell’impresa (sfiorata) un patto di amore e rispetto con Avellino e con i tifosi biancoverdi che difficilmente muterà nel tempo.

L’impresa di Milano, la vittoria contro la squadra più forte che non perdeva in casa da quasi tre anni, maturata davanti a 10mila tifosi ostili in rimonta negli ultimi minuti, ha regalato gioie ed emozioni tanto che qualcuno ha già parlato di beatificazione di Stefano da Cantù.

Pino Sacripanti è arrivato ad Avellino tra mille difficoltà, con l’unico obiettivo di risollevare le sorti di una società che nei due precedenti campionati aveva patito troppe delusioni. Sin da subito ha cercato di dare certezza nei ruoli, responsabilità e chiarezza nei rapporti. Grazie all’intesa del direttore sportivo Nicola Sacripanti è riuscito a metter su una squadra formata prima da uomini e poi da atleti professionisti. E i giocatori si sono comportati benissimo.

Eppure, dopo un inizio altalenante dove a finire sul patibolo sono stati in pratica tutti, da Sacripanti ad Alberani, da Leunen (sua la tripla della vittoria a Milano) a Cervi, oggi – dopo le cinque vittorie di fila e la conquista del biglietto per le prossime Final Eight – ci si spintona e si  fa a gara per salire sul carro del vincitore.

Bene, benissimo.

Questa squadra e questa società oggi più che mai meritano un palazzetto pieno. E’ giunto il momento di stare concretamente dalla parte di Nunnally e compagni.

Anche perché, di questo passo, i playoff saranno presto alla portata dei biancoverdi che – Caserta insegna – non dovranno abbassare la guardia, né potranno permettersi cali di concentrazione in uno dei tornei di A più equilibrati degli ultimi anni.

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