Giovedì ad alta tensione nella Casa Circondariale di Ariano Irpino: i detenuti ristretti nella Seconda Sezione ex art. 32 si sono rifiutati di entrare in cella.
“Con non poca difficoltà, solo nella tarda serata, i poliziotti di Ariano Irpino, che ancora una volta hanno dimostrato grande professionalità e spirito di sacrificio, sono riusciti a ripristinare l’ordine e la sicurezza”, sottolinea il Segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Tiziana Guacci.
Il Sappe denuncia, per l’ennesima volta, la grave carenza di organico di Polizia Penitenziaria nell’istituto arianese. “L’organico previsto dal Decreto ministeriale 12 luglio 2023 prevede la presenza di n. 133 uomini e n. 5 donne nel ruolo agenti, attualmente la forza operativa, ossia quella effettivamente disponibile, consta di sole 81 unità di cui 74 uomini e 7 donne con una differenza di ben 59 unità maschili in meno. Con ben 23 unità distaccate in uscita.
Il personale di polizia penitenziaria è stanco e sfiduciato e costretto a svolgere turni massacranti”, denuncia la sindacalista. “Situazione acuita dalla mancata mobilità interna, che genera nel personale che lavora all’interno delle sezioni detentive un aumento dello stress lavorativo. E nonostante le numerose denunce al Provveditorato penitenziario della Regione Campania ad oggi nessuna risposta concreta è arrivata. Chiediamo ai vertici Dipartimentali di intervenire con immediatezza per risolvere la situazione di impasse in cui versano gli istituti campani”.
Pieno sostegno alla protesta della Polizia Penitenziaria di Ariano arriva da Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Come Segreteria Generale del SAPPE ci attiveremo presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinché le giuste proteste delle colleghe e dei colleghi di Ariano Irpino e di tutta la Regione trovino attenzione e conseguenti provvedimenti. Auspichiamo che i vertici del DAP e del Provveditorato regionale penitenziario di Napoli intervengano con celerità e si adottino con urgenza provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza del carcere. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato”.