L’irpino Palatucci fu davvero lo Schindler italiano, è un libro a fare chiarezza

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Macchè bufala, l’irpino Giovanni Palatucci fu davvero lo Schindler italiano.

Ad affermalo le ultime ricerche raccolte in un libro di Nazareno Giusti, scrittore e fumettista lucchese che ha ripercorso la storia del funzionario di polizia irpino attraverso le interviste di chi l’ha conosciuto e studiato. Giovanni Palatucci. Una vita da (ri)scoprire questo il titolo del saggio edito da Tralerighelibri.

La storia conosciuta ed accertata narra che Giovanni, morto a 36 anni nel lager di Dachau, è medaglia d’oro al valore civile per la Repubblica italiana e per lui la Chiesa aveva avviato anche il processo di canonizzazione poi, nel 2013, la fama si infrange.

Un articolo del Corriere.it rivela una nuova versione dei fatti: Palatucci, si legge, non salvò migliaia di ebrei, ma solo una donna, notizia ripresa anche oltreoceano dal New York Times che titola: lo Schindler italiano è un collaboratore nazista. Quasi una storia rovesciata, ma qual è la verità?

La risposta dello scrittore Nazareno Giusti trova testimonianza in Giuseppe Veneroso, finanziere di Salerno che ha aiutato Palatucci nella missione di salvare migliaia di ebrei. Giovanni Palatucci, racconta Veneroso, lasciò passare da Fiume migliaia di ebrei provenienti da ex Jugoslavia, Austria, Romania e Ungheria, per poi aiutarli a fuggire.

Altra conferma arriva da Amerigo Cucciniello, collaboratore dell’irpino di Montella, ma anche da Guelfo Picozzi, anch’esso poliziotto e da Elizabet Quitt Ferber, ebrea salvata proprio da Palatucci. Della sua bontà ne parlano anche Giuseppe Gregori, che ne divise la prigionia a Dachau, e l’amica ebrea Mika Eisler.

Fu la segretezza della missione a rendere poco chiara la vicenda, secondo l’autore del libro che scrive: “L’attività di Palatucci non poteva che svolgersi in segreto, ricordiamo che egli disobbediva all’ordine di Mussolini di espellere questi profughi e consegnarli ai nazisti che li mandavano al campo di concentramento e per questo è un eroe”.

 

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