Sfratti, la classifica di Solo Affitti: Avellino nella top ten nazionale

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Nonostante il flop della linea dura annunciata dal Comune di Avellino per gli sfratti degli abusivi dagli alloggi popolari, l’analisi di Solo Affitti, sui capoluoghi con più alta incidenza di espulsioni, posiziona la Città dei Quadranti nella top ten nazionale con uno sfratto ogni 291 famiglie (dati relativi all’anno 2016).

Al primo posto della specifica graduatoria si colloca Modena: uno sfratto ogni 172 famiglie, seguono Bat e Pescara, mentre Avellino chiude al decimo posto.

L’analisi di Solo Affitti compara la graduatoria 2016 con quella del 2014 (anno record per gli sfratti emessi), evidenziando quali province abbiano registrato i miglioramenti e i peggioramenti più consistenti. All’uopo la provincia in cui la situazione appare migliorata maggiormente rispetto al 2014 è Brindisi (1/622), che compie un balzo in avanti di 32 posizioni in classifica.

Nonostante il generale miglioramento registrato nell’ultimo biennio, il fenomeno degli sfratti resta un’importante criticità nel nostro paese, con un andamento molto altalenante nelle diverse province.

“La nostra analisi evidenzia una riduzione del numero – spiega Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – nel 2014 in Italia si rilevava uno sfratto ogni 334 famiglie, nel 2016 siamo scesi a 1 ogni 419. Questa riduzione è stata favorita innanzitutto dal superamento della fase più acuta della crisi economica, che aveva comportato la perdita del posto di lavoro per moltissimi inquilini. Al miglioramento ha senz’altro contribuito anche la più attenta selezione degli inquilini da parte delle agenzie e dei locatori, ormai consapevoli di quanto il fenomeno della morosità sia diventato diffuso.

Consapevolezza che ha determinato il crescente ricorso da parte dei proprietari a strumenti innovativi di garanzia dell’affitto, come ad esempio il nostro pacchetto assicurativo Affitto Sicuro, che ormai includiamo di base in tutti i nostri contratti. Infine, a contenere ulteriormente l’incidenza degli sfratti – conclude Spronelli – potrebbe aver contribuito il maggiore utilizzo dei contratti a canone concordato, che, grazie ai prezzi calmierati, riduce il peso dell’affitto sul bilancio familiare”.