La doglianza è comprensibile, se proferita con voce di moglie ma la classifica di gradimento stilata da Il Sole 24 ore è impietosa e testimonia che il credito sta per scadere, a differenza degli affetti familiari.
La vicenda riguarda il sindaco di Avellino, Paolo Foti. Alcuni giorni fa, la consorte Liliana Urciuoli, già presidente per lunghi anni della Prima Circoscrizione, forse la più importante del capoluogo ha affidato ad un post su Facebook la difesa d’ufficio del marito, dell’uomo, del politico e dell’amministratore.
Due giorni dopo ci ha pensato la classifica de Il Sole 24 Ore a toccare i nervi scoperti che la stessa Urciuoli aveva palesato particolarmente dolenti.
La first lady avellinese nell’incipit del post scriveva: Urge ad Avellino “sindaco-superman”.
La considerazione è reale ed è forse tardiva rispetto al giorno dell’elezione.
Ad Avellino urge “sindaco-superman” da almeno 11 anni e se i cittadini hanno tributato a Foti un indiscusso successo, al netto delle strategie elettorali di apparentamento in fase di ballottaggio, evidentemente si attendevano qualcosa in più dell’ordinaria amministrazione.
Lo chiedevano i cittadini, continua ad invocarlo la città.
Liliana Urciuoli continua nel suo post, con un misto di incredulità e provocazione: urge un sindaco che sa tutto-conosce tutti-provvede a tutto… a disposizione 24 ore su 24 di cittadini maleducati che sanno solo pretendere senza dare un minimo di collaborazione…
Fermo restando che la maleducazione talvolta sfocia nella violazione di leggi, regole e regolamenti per mezzo dei quali è possibile sanzionare il comportamento e/o il reato, a patto che siano efficienti le strutture allo scopo deputate, non è obbligatorio per i cittadini la collaborazione.
In un ordinamento democratico la collaborazione viene espressa con il voto, che rappresenta il più alto elemento di trasferimento del potere e con esso, di fiducia.
Una delega in bianco, autorevole e che va rispettata.
Altra cosa è la democrazia partecipata, o meglio l’amministrazione assistita, principio forse condivisibile, ma astratto e spesso messo ai margini proprio dalle istituzioni di governo, anche quelle cittadine, che preferiscono sempre più spesso, “fare da sole”.
Alla signora Urciuoli in Foti, sperando di non urtare la suscettibilità personale, però, occorre segnalare che l’identikit del sindaco da lei tracciato non è quello di un sindaco superman, ma di un sindaco normale, “umano, troppo umano”, per dirla con Nietzsche, quello che gli avellinesi speravano di aver votato e che ancora ha il tempo per dimostrare di essere tale.
Proprio così, signora Urciuoli, un sindaco, oggi più di ieri, deve sapere tutto, conoscere tutti, provvedere a tutti, altrimenti è un padre di famiglia, un amministratore di condominio, un amministratore delegato di una azienda, mentre una città, con tutti i problemi che la nostra città evidenzia, ha bisogno di qualcosa, di qualcosa, qualcuno in più.
In conclusione, inoltre, la signora Urciuoli, scrive di non ricordare “per il passato una sola voce di dissenso precedentemente.E mi dispiace che le critiche più sferzanti provengano spesso proprio da chi conosco da anni”.
Se ciò fosse vero, ma una seppur breve memoria storica ci suggerisce di credere il contrario, Avellino non necessiterebbe oggi di un “sindaco Superman”, mentre lo sfascio non è mai figlio di una sola stagione politica e non è mai solo un’eredità acquisita dalle precedenti amministrazioni e soprattutto l’assenza pregressa di dissenso testimonierebbe che anche la presidente della Prima Circoscrizione Liliana Urciuoli si è ben destreggiata alla guida del parlamentino cittadino.
Così non è, purtroppo, o per fortuna del sindaco Foti, è invece vero che si sente “spesso il bisogno di ruminare il passato e di rendere digeribile il presente con quel condimento”. (ancora “Umano, troppo umano” di Nietzsche che a questo punto diventa una lettura consigliabile per i coniugi Urciuoli – Foti e per tutti noi cittadini di Avellino)
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