Sequestro ponte A16 di Sperone, aziende isolate: la “Euronut” si affida all’ironia dei social network

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L’arma dell’ironia contro i disagi. Video satirici, vignette e “meme”, per reagire ad una situazione difficile e paradossale.

I dirigenti ed i lavoratori della EuroNut, società per azioni della zona industriale di Sperone, hanno creato una pagina Facebook (@noccioleapassoduomo)  per rispondere anche con la creatività ai disagi che l’azienda subisce da più di due settimane.

Lo scorso 5 giugno, la Procura della Repubblica di Avellino ha sequestrato due cavalcavia dell’autostrada A16 per rischio crolli. Uno dei due ponti, il numero 22, collega direttamente allo stabilimento di EuroNut che da allora è completamente isolato: nessun camion aziendale o esterno può attraversare il cavalcavia, consegne e trasferimenti avvengono a piedi o con carrelli. Il rischio, se la situazione resterà la stessa, è la chiusura con cassa integrazione per i 25 operai.

A questa condizione di estremo disagio, accanto alla via giudiziaria, l’azienda ha deciso di dare una risposta corale ed ironica creando la pagina Facebook “Nocciole a passo d’uomo” che sta ricevendo già un concreto riscontro di like e commenti.

Sulla pagina sono gli stessi dirigenti e dipendenti ad interagire con vignette, video e pensieri sulla paradossale situazione della loro azienda. Dopo avere concluso il turno di lavoro e smessi i rispettivi ruoli aziendali, tutti danno il loro contributo di idee per dare forma a questa protesta 2.0 che alla piazza ed ai tetti preferisce l’immediatezza e la creatività dei social network e della Rete.

Dalla parodia di “Non ci resta che piangere” al logo della “nocciola arrabbiata” fino alla creazione di “meme” sulle vicende del cavalcavia sotto sequestro, la pagina è diventata in questo modo cassa di risonanza delle richieste di chi lavora per EuroNut Spa.

“Volevamo far sentire la nostra voce e dare eco alla situazione che stiamo vivendo utilizzando la nostra forza più grande, l’unione del gruppo– spiega l’amministratore delegato Domenico Manganelli. Ciascuno di noi fa la propria parte per far conoscere ai cittadini, spesso distratti da tante drammatiche notizie, il paradosso di un’azienda isolata non per sue colpe. Quella dell’ironia è stata una scelta condivisa e forte: crediamo sia l’arma più efficace per arrivare all’opinione pubblica”. A gestire lo spazio virtuale sono lo stesso Manganelli ed alcuni dipendenti come Elena e William che insieme agli altri, dopo il turno lavorativo, si dedicano a diffondere le notizie sul sequestro: “Speriamo che attraverso questa iniziativa riusciremo ad arrivare a quante più persone possibile. La nostra- spiegano- è una famiglia prima che un’azienda, e vorremmo far comprendere il disagio umano oltre che lavorativo che stiamo vivendo”.