Sentenza Acqualonga, la rabbia dei parenti delle vittime: “I nostri cari condannati a morte”

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“Sono passati più di dieci anni ma il dolore è sempre forte, soprattutto in giornate come questa”. Quattro anni dopo la sentenza di primo grado i parenti delle quaranta vittime della strage di Acqualonga sono ancora in un’aula di tribunale, questa volta a Napoli e non più ad Avellino, ma con lo stesso sconforto. Sono lì ad attendere la lettura del dispositivo di sentenza su quello che è stato il più grave incidente avvenuto sulle strade d’Italia.

Il colpo a sorpresa è la condanna a sei anni a Giovanni Castellucci, ex ad di Autostrade per l’Italia e Atlantia, assolto in primo grado. Con lui condannati anche altri funzionari di Aspi. Ridotte invece le pene di primo grado per Gennaro Lametta e Antonietta Ceriola. “Ci aspettavamo una sentenza più dura – dice Giuseppe Bruno dell’associazione Vittime A16 Uniti per la Vita -. Non ci fornisce piena giustizia perché i nostri cari sono stati condannati a morte”. Giuseppe quella maledetta sera di più di dieci anni fa perse entrambi i genitori.