Se c’è stupro l’aspetto fisico non conta, la Cassazione annulla l’assoluzione

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È del tutto irrilevante l’aspetto fisico di una donna che si dichiara vittima di stupro. Lo ha sancito una sentenza della Cassazione, mettendo fine alle polemiche dopo il caso dello stupro di Ancona.

“Per valutare la credibilità della denuncia l’aspetto non è un elemento decisivo” con queste parole la Cassazione ha annullato le assoluzioni dei due giovani accusati di violenza sessuale su una ragazza il 9 marzo del 2013. La 22enne sudamericana era stata stordita con gocce di benzodiazepina nella birra dai due ragazzi, suoi compagni di corso in una scuola alberghiera di Senigallia.

Con una decisione alquanto dubbia, la Corte di Appello di Ancora stabilì che il reato non poteva avere fondamento a causa del presunto aspetto mascolino della ragazza, il cui numero di telefono era salvato con il nome “Vikingo”.

Per i giudici della Cassazione in Appello sarebbe stata accolta una “incondizionata accettazione” dei fatti raccontati dalla difesa degli imputati senza un “serio raffronto critico” con il verdetto di condanna del primo grado. Secondo gli ermellini, le motivazioni della Corte d’Appello si fondano su elementi “irrilevanti in quanto eccentrici rispetto al dato di comune esperienza rispetto alla tipologia dei reati in questione”, fra questi l’aspetto della vittima.

Ovviamente il processo d’Appello verrà rifatto e saranno i magistrati di Perugia a giudicare.