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Scosse Mandamento, l’esperto: “Attività infrequente ma prematuro definirla anomala”

sismografo sisma terremoto

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La scorsa settimana due scosse di terremoto di lieve intensità sono state registrate nella zona del Mandamento Baianese e del Vallo di Lauro: la prima domenica 29 gennaio alle ore 20:35 di magnitudo 1,9 con epicentro ad una profondità di 4.4 km, la seconda appena tre giorni dopo, sempre intorno alle 20, di magnitudo 2.1 e con epicentro ad una profondità di 3 chilometri. Proprio la seconda, probabilmente a causa della superficiale profondità, ha messo in apprensione la popolazione mandamentale tanto che in molti hanno lasciato momentaneamente le loro abitazioni.

In relazione all’attività tellurica registrata abbiamo sentito il parere dell’esperto, ovvero del professor Gaetano Festa, avellinese, geofisico e docente di Fisica della Terra e dell’atmosfera all’Università degli Studi di Napoli Federico II.

“Normalmente non registriamo scosse in quell’area – ammette il docente – le nostre reti di monitoraggio, che sono gestite dall’Ingv e dall’Università di Napoli, registrano la gran parte dell’attività sismica dell’area avellinese in quella che è comunemente definita come la zona del Cratere (a confine con la Basilicata e il salernitano, ndr). Da questo punto di vista quindi le due scosse registrate nel Mandamento non sono frequenti ma da qui a parlare di anomalia è prematuro. Ovviamente la situazione va tenuta sotto osservazione per le prossime settimane”.

Sul rischio sismico della Campania, e in particolare nell’area dei Campi Flegrei, il professor Festa esclude ogni tipo di relazione con i terremoti dell’Italia Centrale, nonostante in concomitanza con il terremoto di Amatrice si verificò uno sciame sismico che causò grande apprensione tra i cittadini dell’area compresa tra il nord ovest di Napoli e Pozzuoli.

“Non c’è correlazione tra i due eventi – spiega Festa – così come non possono essere messi in relazione i terremoti accaduti in Italia Centrale e quelli che si possono verificare in futuro nella nostra area”.

Non resta dunque che il monitoraggio continuo come prevenzione del rischio sismico e vulcanico in una zona particolarmente sensibile da questo punto di vista come la Campania: “L’Osservatorio Vesuviano si occupa dell’area napoletana attraverso un monitoraggio multiparametrico, ovvero mediante misure di parametri geofisici e geochimici con rilevazioni satellitari e gps, per stimare deformazioni dell’ordine dei centimetri o addirittura dei millimetri. Grande importanza in termini di monitoraggio rivestono le emissioni di gas, i Campi Flegrei sono molto interessati da questo fenomeno e l’aumento o la variazione di componenti gassosi dal suolo e dalle fumarole può essere indicativo di un cambiamento di stato eventualmente connesso con l’attività vulcanica”.

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