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Scoperta con una pistola, Felicia Cava domani davanti al Gip Cassano

 

 

QUINDICI- Dovrà comparire domani mattina davanti al Gip del Tribunale di Avellino Paolo Cassano la quarantunenne Felicia Cava, finita agli arresti domiciliari per la detenzione di una pistola calibro 6,35 scoperta nel corso di una perquisizione congiunta degli agenti della Squadra Mobile di Avellino e del Commissariato di Lauro. Per la quarantunenne figlia del defunto boss Biagio Cava ci sarà l’interrogatorio di convalida dell’arresto e si attende anche che la Procura di Avellino, il pm Fabio Massimo Del Mauro, formalizzi la richiesta di eventuali misure nei suoi confronti. Subito dopo l’arresto eseguito martedì mattina la donna, difesa dagli avvocati Raffaele e Isidoro Bizzarro e’ stata sottoposta alla misura degli arresti domiciliari. L’arma sequestrata dagli agenti della Mobile e da quelli del Commissariato di Lauro aveva il colpo in canna ed era perfettamente funzionante. Come e’ noto, Cava Felicia e’ costretta dal 2002 su una sedia a rotelle a causa delle gravi ferite rimediate nel corso dell’agguato avvenuto in Via Cassese a Lauro, dove l’Audi 80 guidata dalla zia Cava Michelina (uccisa nell’agguato) era stata bloccata da due vetture della famiglia Graziano. Sull’episodio, noto come la “strage delle donne” (oltre a Michelina Cava, sorella del defunto boss Biagio persero la vita anche la sorella della stessa Cava Felicia, Clarissa, di appena sedici anni e la zia Maria Scibelli) insieme alla pm Manuela Mazzi indago’ anche l’allora giovane pm antimafia Domenico Airoma. Proprio il Procuratore Airoma, ventidue anni dopo, alla luce di alcuni episodi avvenuti nel luglio scorso e più di recente e relazionati dalle forze dell’ordine relativi a giovani appartenenti alle famiglie Cava e Graziano, ha deciso di non sottovalutare i segnali di fibrillazione e così è scattata di concerto con la Questura di Avellino, l’operazione di martedì mattina che ha portato all’arresto di Cava Felicia. Attenzione alta quella da parte di Procura e forze dell’ordine, che purtroppo ha trovato riscontro nell’epilogo delle perquisizioni scattate martedì.

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