“Sconfiggeremo il partito dell’astensione in Italia seguendo l’esempio di Di Nunno, sindaco che ha combattuto gli speculatori”. Bassolino ricorda il primo cittadino più amato di Avellino

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Alfredo Picariello – “Il partito dell’astensione è il primo partito in Italia. La cattiva politica la si combatte anche seguendo esempi di eccellenze come Di Nunno. Noi dobbiamo continuare a fare la nostra parte lungo il solco che lui, e tanti come lui, hanno tracciato, per costruire un’Irpinia ed un Paese migliori”.

Parole e musica di Antonio Bassolino che così conclude l’interessante dibattito “La stagione dei sindaci” organizzato da “L’Irpinia”, giornale di politica, economia, cultura e sport di Avellino, a cinque anni dalla scomparsa di Antonio Di Nunno, tra i primi cittadini più amati del capoluogo irpino. Il legame della città con “Tonino” Di Nunno è ancora grande, lo dimostra la sala gremita dell’ex carcere Borbonico di Avellino. E lo dimostrano gli ospiti, quelli sul palco, a cominciare dall’ex Governatore e sindaco di Napoli, passando per quelli in sala, come Giuseppe Gargani, Enzo De Luca, ex sindaci come Foti e Matarazzo, Rosanna Repole ed il primo cittadino attuale, Gianluca Festa.

Alle spalle degli ospiti sul palco, belle foto, di momenti di vita vissuta tra Di Nunno e Bassolino. “In Irpinia ho passato anni bellissimi, intensi, a cominciare dalla mia gioventù”, ricorda Bassolino. “Tra me e Di Nunno c’era un rapporto politico molto forte, ma anche di grande affetto. Purtroppo oggi la politica è un deserto di rapporti umani”. E qui, scatta il primo applauso.

“In politica i rapporti umani devono essere sempre corretti, soprattutto nei momenti più delicati e difficili”. Poi entra nel merito di chi e cosa deve essere un primo cittadino. “Un sindaco è sempre il sindaco, sia nei momenti belli che in quelli brutti. E’ la funzione istituzionale più delicata, la più delicata di tutte. Un Comune, in primo luogo, deve essere concretezza, pensare quindi alle buche, alla manutenzione, al verde, al welfare, ai trasporti pubblici. Non c’è nulla di più sbagliato che trasformare un Comune in una battaglia ideologica. Occorre avere concretezza e un’idea di città, lo sforzo deve essere quello di far emergere l’anima della propria città, l’identità. Un Comune è fatto anche di grandi scelte, la cultura deve essere un faro, ma anche l’urbanistica. Un Comune è soprattutto urbanistica, deve controllare il consumo dei suoli, deve dare qualità urbana. L’esperienza di Di Nunno è stata molto importante sopratutto sul piano delle scelte urbanistiche”.

“L’urbanistica – prosegue – è il primo dovere di un Comune. Se non lo fa l’amministrazione, l’urbanistica la fanno gli speculatori. Lo sforzo deve essere un’urbanistica pubblica e credo che Di Nunno sia stato importante perché ha combattutto la speculazione edilizia”.

Bassolino svela poi un ricordo molto personale di Di Nunno, ovvero i giorni in cui l’allora sindaco di Avellino doveva decidere se ritirare o meno le dimissioni. “Cercai in tutti i modi di convincerlo a non dimettersi. L’ultimo giorno utile, alla fine di ottobre, mi telefonò per comunicarmi la sua decisione, quella di dimettersi. Io ero al cimitero, sulla tomba di mia madre e di mio padre. Credo di non essermi arrabbiato e di non aver alzato la voce con lui solo perché mi trovavo in quel luogo”.

“Tra pochi giorni – sottolinea Antonio Bassolino – si vota in Emilia Romagna e in Calabria, nonostante le tv, e questo è un fatto vergognoso, parlino solo dell’Emilia Romagna. Ma se va a votare soltanto il 36% delle persone, significa che siamo in una democrazia delle minoranze. Oggi il primo partito in Italia è quello dell’astensione, il nostro sforzo deve essere quello di sconfiggere questo partito”.