Nella scissione tutti i fallimenti della Sinistra: ma il Pd irpino è tutto con Renzi?

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Pasquale Manganiello – Convention Rivoluzione socialista del 18/02/2017, Emiliano: “Mi scuso per aver sostenuto Renzi nel 2013”.

Assemblea nazionale Pd del 19/02/2017, Emiliano: “Ho fiducia in Matteo” .

Ecco, il Partito Democratico continua a mostrarsi per quello che è. Cioè smentirsi il giorno dopo senza nessuna reticenza. Lo ha fatto Renzi svariate volte (“se perdo il Referendum, lascio la politica”), lo ha fatto ieri Michele Emiliano durante l’Assemblea nazionale del Partito Democratico. Un’Assemblea nazionale farsa se si prende in considerazione solo l’ultimo appunto, il discorso finale di Emiliano che riduce tutto questo casino scoppiato dopo il 4 Dicembre ad un “cavillo sul metodo”. Emiliano chiede essenzialmente che il Congresso si debba a fare a Luglio e non a Maggio, come Renzi ha deciso. Cosa cambia? I tre “contendenti” alla segreteria avrebbero due mesi in più per girare l’Italia, organizzare convegni inutili in tutte le province e, comunque, perdere contro Renzi nel momento topico. Se l’Italia ha chiaramente voltato le spalle all’ex Premier, sotterrando la sua proposta referendaria e affossando, di fatto, i suoi tre anni di Governo, non lo ha fatto la maggioranza del Partito democratico che continua a vedere in Renzi, anche in nome delle poltrone caldissime che i renziani attualmente occupano, l’unica guida per il Partito.

Il “cavillo tecnico” di Emiliano offende l’intelligenza di quella grossa fetta di elettori di centrosinistra che non vota più Pd. Se una parte di quel popolo è contro Renzi è perchè quel popolo pensa che Renzi abbia distrutto la Sinistra con Riforme come Jobs Act, Scuola, Sblocca Italia, ecc. Non gliene frega niente dei due mesi in più che Emiliano vorrebbe per il suo tour nel Bel Paese. Il Pd è il partito di Renzi perchè questa Sinistra sussiegosa e “scaltrissima” lo ha permesso, attaccando sulla stampa leggi oscene per poi votarle in Parlamento. Prendo in prestito un post su facebook dell’irpino Roberto De Filippis che, con parole dure, evidenzia dati incontrovertibili:

“Alla fine,se non operano una scissione dal liberismo, sono sempre gli stessi che hanno inaugurato la stagione delle privatizzazioni.Che hanno votato a favore della guerra. Sono quelli che hanno governato con Berlusconi in Italia e approvato le direttive che affamano i popoli, in Europa, con la Merkel. Sono sempre gli stessi che hanno votato la fiducia a delle leggi come lo Sbloccaitalia che svendono i territori e li danno in pasto alla speculazione edilizia, alla cementificazione, all’eolico selvaggio e li consegnano ai petrolieri. Sono loro che, con il loro voto al jobsact, hanno voluto che la vita e la dignità delle persone si possano comprare nei sali&tabacchi tra una giocata al Lotto e una fumata di Marlboro. Sono quelli che hanno smantellato la scuola pubblica in questo Paese votando tutte le controriforme, dalla Berlinguer fino alla Buonascuola. Altro che la scissione dal Pd, questi soggetti, se vogliono fare veramente un’azione di coraggio e buonsenso, per far ripartire una costituenteasinistra dovrebbero fare l’eutanasia politica”.

Una Sinistra che ha fallito, che si è fatta establishment e che non dovrebbe fondare un altro partito: dovrebbe scomparire dalla vita politica. Ma non sarà così: come Renzi li sta accomodando gentilmente alla porta in queste ore (è Renzi, quindi potrebbe tranquillamente tornare indietro sulla sua decisione già nel pomeriggio), così lì accoglierà a braccia aperte nella futura coalizione che sfiderà Cinquestelle e Centrodestra alle prossime politiche.

Di nuovo amici, ne siamo certi: tanto rumore per nulla.

In Irpinia, intanto, si attendono i prossimi sviluppi della faccenda. Francesco Todisco e Marcello Rocco, con tanto di foto con il Governatore Enrico Rossi, sembrano aver già intrapreso la strada della scissione. Le Politiche si avvicinano e, probabilmente, tutto si giocherà sullo snodo cruciale delle candidature. Le ambizioni romane degli esponenti di spicco di Via Tagliamento si scontreranno in base alla legge elettorale che ci porterà al voto.

Da mercoledì sarà tempo di congresso. Si aprano le danze.

 

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