Un giorno speciale per la “renziana” D’Amelio: addio cara Sinistra?

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Pasquale Manganiello – “Ha la forza e l’energia per rappresentare l’Irpinia e fare in modo che questo pezzo di territorio, così austero, non scompaia di fronte alla grandezza della zona della costa”.

Era il 22 Maggio 2015 e così Massimo D’Alema tirava la volata a Rosetta D’Amelio in vista delle elezioni regionali. L’attuale presidente del Consiglio Regionale, nell’ultimo convegno tenuto ad Avellino prima del voto, volle al suo fianco il riferimento storico dell’area relativa all’ex presidente del Consiglio, Gerardo Adiglietti, e proprio D’Alema che non si è mai risparmiato quando è arrivata la chiamata dall’Irpinia.

d'amelio
Maggio 2015

Ne è passata di acqua sotto i ponti, molte cose sono cambiate, non ultima le “diverse” vedute in merito allo scorso Referendum Costituzionale.

Sconfitta pesantissima per la D’Amelio e tutti i riferimenti renziani ad Avellino, brindisi e sorrisi per l’ormai ex minoranza dem, con Alberta De Simone, Gerardo Adiglietti, Francesco Todisco, Marcello Rocco che pubblicamente mostravano la loro soddisfazione in quell’occasione. Molti, all’interno del Partito Democratico, hanno invece esultato come fa un tifoso di una squadra che si trova nella curva di un’altra, dove la sciarpa della rivale tenuta al collo sta come quel No in silenzio sulla scheda.

“Il Pd è nato come incontro tra il cattolicesimo democratico e la sinistra riformista: due storie che avrebbero dovuto rappresentare la prospettiva di rilancio dopo venti anni di berlusconismo. A quel Pd ho creduto e credo ancora, ma avrei difficoltà a stare in un partito che non si mette dalla parte degli ultimi, che non si faccia carico della giusta sintesi tra le varie sensibilità” – dichiarava quel giorno D’Alema. Parole che, siamo convinti, Rosetta D’Amelio condivideva in pieno.

E’ tempo di scissione (oggi verranno sciolti tutti nodi in Direzione nazionale) e molti dei riferimenti storici dell’area riformista cara alla D’Amelio stanno per abbandonare un Pd che diventa, quasi ufficialmente, il partito di Renzi, una specie di DC 4.0.

L’auspicio è che “non ci sia scissione nel mio partito e che si accettino le posizioni della maggioranza” e che “si punti a un congresso tale da fare chiarezza” – ha detto pochi giorni fa l’ex sindaco di Lioni. Nè gli scissionisti nè, soprattutto, il segretario dimissionario con il suo discorso in Assemblea, sono sembrati sulla stessa linea, per usare un eufemismo.

Tutto si evolve ed è in continuo mutamento ma, se anche in politica esistono le emozioni, per Rosetta D’Amelio oggi non sarà un giorno come un altro. Quando i tuoi riferimenti culturali, ideologici, politici si trovano da un’altra parte, il “potere”, nella sua accezione onnicomprensiva, ha meno senso di quanto si possa pensare.

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