Scarpa (Cgil): “Ex Irisbus e gare d’appalto, la burocrazia frena lo sviluppo”

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irisbus flumeri
irisbus flumeri

«Il via libera di Invitalia è fondamentale per far partire la rinascita dell’ex Irisbus». A dichiararlo è Sergio Scarpa, segretario generale della Fiom Cgil Avellino, che spiega l’importanza della presentazione del progetto per l’accesso ai finanziamenti del Contratto di sviluppo a Domenico Arcuri, numero uno dell’agenzia nazionale. Si aprono i termini per ricevere i fondi governativi.

Del Rosso di IIA
Del Rosso di IIA

Stefano Del Rosso, amministratore unico dell’Industria Italiana Autobus, presenta la documentazione, indispensabile per riaprire la pratica. «Io spero che entro la fine dell’anno si possano iniziare i lavori. Dopo questo passaggio, l’azienda dovrà essere disponibile ad investire con soldi propri. In questo modo, potremo rispettare il piano, presentato dal Ministero dello Sviluppo Economico. La nota positiva è il nuovo autobus, denominato Flumeri. Questa scelta è un motivo di vanto per il brand Irpinia».

Sergio Scarpa
Sergio Scarpa

Il sindacalista, però, non manca di esprimersi rispetto al caos, relativo alle commesse. «E’ necessario superare gli impedimenti legati ad una macchina burocratica complessa e farraginosa. E’ necessario ricominciare con il piede giusto. Una serie di clausole, alquanto anomale, rischiano di provocare l’ennesimo blocco nella vicenda».

Le associazioni di categoria, inoltre, chiedono agli enti sovracomunali di collaborare per far ripartire le attività all’interno dello stabilimento. «Vogliamo  essere competitivi. In questo modo, non solo possiamo pubblicizzare la qualità del made in Italy, ma possiamo riattivare un indotto fermo, dove la Valle dell’Ufita può diventare eccellenza, acquisendo commesse importanti, non solo nel bel paese, ma in diversi angoli del pianeta».

La Cgil non manca di lanciare un appello alle istituzioni. «Comune, Stato, Regioni e pubbliche amministrazioni devono interagire per la messa a gare dei pullman, attraverso nuove regole e mantenendo uno spirito nazionale. Soltanto così possiamo dare un futuro alle cinquanta famiglie degli operai, coinvolti nella vicenda».

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