Scandalo Acs, Gabrieli al telefono: “La revoca non la faccio, l’ho detto pure al sindaco…”

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“Sti quattro pidocchi, manco fossimo Mafia capitale”.

Gli indagati dello scandalo Acs che ha travolto la città di Avellino si difendevano così tempo fa quando furono loro mossi i primi rilievi dell’autorità giudiziaria.

In una intercettazione telefonica del maggio dello scorso anno Gabrieli, numero uno di Acs finito ai domiciliari, risponde al telefono a Pino Freda (divieto di dimora per lui) che gli dice di aver letto dell’inchiesta che lo riguarda.

“Questa è una rottura che il comune ha scaricato su di me… faccio solo il passacarte e mo ho l’indagine su di me… a Paolo (Foti, ndr) gli ho detto: Paolo io sono uno io la revoca a queste cooperative non la faccio, può venire il presidente della Repubblica, la procura generale, la cassazione io non la revoco. Perché poi i tossici e i delinquenti mi vengono a prendere a me. Loro prima si prendono i voti, fanno gli scambi dei voti, io che non faccio politica mi dovrei trovare in mezzo alle botte”.

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