Sant’Angelo all’Esca, con la tradizione del “pastiero” si chiude Taurasi Vendemmia

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Si chiude il cartellone di eventi “Taurasi Vendemmia” con la valorizzazione di un’altra eccellenza della Media Valle del Calore. “Taurasi Vendemmia”, promosso dai Comuni di Taurasi (capofila) e di Sant’Angelo all’Esca e finanziato dalla Regione Campania nell’ambito del POC 2014-2020 (linea strategica 2.4 “Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e cultura”), si chiuderà sabato 26 Maggio con una tradizione di Sant’Angelo all’Esca che ha conquistato visitatori e appassionati: torna il pastiero, piatto tipico della cucina locale, cotto in un enorme ruoto di rame, con la brace di un gigantesco falò, allestito di buon mattino. Questo rustico è fatto con duemila uova, quaranta chili di pasta, cinquanta chili di formaggio, va in cottura già dal mattino nella piazza centrale del paese.

Il programma della giornata prevede, infatti, già dalle ore 7.00, l’avvio della preparazione de “lo pastiero” con l’allestimento e l’accensione del falò. Alle ore 12 l’allestimento del ruoto di rame per il pastiero e, alle ore 20, l’atteso taglio e distribuzione del pastiero con degustazioni e concerto di Voci del Sud.

Protagonista dell’iniziativa è la tradizione de “lo pastiero” che rimanda al periodo post terremoto, in un tempo di tristezza in cui non era facile trovare una motivazione per guardare con fiducia al futuro. Fu allora, nel 1983, che alcuni giovani del paese diedero vita a questa manifestazione, per riportare la popolazione in piazza e creare, di nuovo, condivisione. La tradizione è ormai consolidata e attesa. La manifestazione giunta alla 35esima edizione, rievoca una sana civiltà contadina che, intorno al fuoco, condivide il desco e un bicchiere di corposo aglianico, allietata da musica popolare. Si tratta di un evento molto apprezzato, molto noto e che richiama visitatori da tutta la Campania.

“Il pastiero – dichiara il sindaco di Sant’Angelo all’Esca, Attilio Iannuzzo – rappresenta un pezzo del patrimonio identitario della nostra comunità. È una tradizione tutto sommato recente ma perché legata alla tragedia del terremoto dell’80, e ha subito trovato uno spazio d’elezione nella nostra memoria collettiva. Oggi può diventare anche altro, può essere strumento di promozione territoriale. Questa è una edizione straordinaria, una versione primaverile, perché il pastiero, in realtà ha una data fissa, il 29 dicembre e si ripropone ora, nell’ ambito del progetto “Taurasi Vendemmia”, che ci dà la possibilità di far riaffiorare e rivivere le nostre tradizioni”.