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Sanremo 2016 – Prima serata del Festival tra talent star, super ospiti e un sorprendente Ruggeri

Una carrellata di tutti i vincitori dal 1951 al 2015 e un lungo video-racconto del dietro le quinte degli artisti – si apre così la 66esima edizione del Festival di Sanremo 2016. Dopo una breve presentazione del padrone di casa Carlo Conti, parte l’omaggio dell’orchestra a David Bowie con l’esecuzione di “Starman”, seguito dall’esibizione del primo big in gara: Lorenzo Fragola, che emoziona ma non regge il confronto. Il brano risente della banalità semantica del testo, la voce c’è, ma al primo ascolto non convince. Forse dopo “Infinite volte” qualcosa muterà.

Subito dopo scende le scale la bellissima Madalina Ghenea. L’abito trash fa scatenare i commenti del web. A rincarare la dose di critiche il suo ricordo d’infanzia legato al Festival: «Da bambina guardavo il festival di Sanremo, stavamo attaccati alla TV per sentire la musica cercando di non svegliare papà… spero che stasera mi stia guardando e che non si addormenti». Dopo la pseudo-gaffe sale sul palco la veterana Noemi, che racchiude tutto il suo bagaglio artistico ed emotivo nella “Borsa di una donna”. L’esibizione è sottotono rispetto alle performance regalate nelle precedenti edizioni, ma ci sono le basi per recuperare “il senso di una sera che non sa meravigliare”.
La scena viene poi occupata di prepotenza da Virginia Raffaele in versione Sabrina Ferilli, che come sempre conquista il pubblico con il suo sarcasmo, facendo un poco velato riferimento alle polemiche legate all’ospite internazionale della serata: “la presenza di Elton John  è uno spot per gli omosessuali.. e i Pooh allora? Sono la marchetta dell’INPS?”

Salgono sul palco i Dear Jack, con formazione rinnovata dopo l’addio di Alessio Bernabei. L’arrivo di Leiner ha portato una ventata di novità, ma non abbastanza forte da smuovere i rami secchi del loro target adolescenziale. La melodia si fa ascoltare, il testo non toglie il ‘respiro’.

Pubblico esilarato invece dall’arrivo di Giuseppe Ottaviani, campione italiano di quasi 100 anni e con uno spirito salutare e lucido da far invidia anche a noi 30enni. I suoi segreti? L’amore per sua moglie Alba con cui si allena 3 volte a settimana in palestra, l’insalata e la curiosità gioiosa nei confronti delle cose.

Gabriel Garko scende le scale in smoking, si ricollega al racconto di Madalina cercando di risultare vagamente simpatico: “Mia madre si è dimostrata indifferente all’annuncio della mia partecipazione al Festival”. Cambia prontamente discorso e annuncia i super favoriti Deborah Iurato-Giovanni Caccamo. Un duetto eseguito senza sbavature tecniche, il testo di Sangiorgi, apparentemente nulla sembra fuori posto, ma avrei voluto vederli presto “Via da qui”.

È il momento del primo super ospite della serata. Laura Pausini torna sul palco di Sanremo con un medley di sue canzoni. Poi la sorpresa (?) di Conti, la giacca del 1993 che spunta magicamente sul palco, e il duetto di Laura con se stessa diciottenne sulle note del brano vincitore di Sanremo 1993: «La solitudine».

La vittoria al Festival è la cosa più speciale che mi sia accaduta, a 18 anni mi ha cambiato la vita.
Si prosegue con gli Stadio, che restano fedeli al sound della loro carriera con “Un giorno mi dirai”, dimostrando che le uniche rinunce a cui sono disposti a cedere sono relative al testo del brano, che racconta il rapporto di amore tra padre e figlia e i sacrifici ad esso legati. Subito dopo sul palco arriva una casta Arisa, che porta una ventata di freschezza e positività con “Guardando il cielo”. Una canzone matura, curativa e già senza tempo. Prendere il buono della vita ed esprimerlo in musica, esperimento riuscito.

Ospiti di questa prima serata anche Aldo, Giovanni e Giacomo che hanno festeggiato sul palco i loro 25 anni di carriera.

La kermesse torna nel vivo della competizione con “Il primo amore non si scorda mai” di Enrico Ruggeri. Il titolo faceva presagire un brano scontato, e invece ecco palesarsi sul palco la rivelazione della serata. L’amore per la musica in questo caso è l’unica passione che non si fa dimenticare.

Deludono “Semplicemente” i Bluvertigo, forse qualche problema tecnico, la voce di Morgan a un passo dalla forzatura. Giudizio rimandato in attesa di ascoltare un’esibizione che renda onore alla parte strumentale della canzone.

In ritardo sulla scaletta arriva l’ospite più atteso: Elton John, che ha sedato tutte le polemiche precedenti al suo arrivo sedendosi al pianoforte e cantando alcuni dei suoi brani più famosi: «Your song» e poi «Sorry seems to be the hardest word».

Non deludo il pubblico perché mi piace più che mai suonare dal vivo, penso che bisogna essere grati soprattutto al pubblico per una carriera lunga come la mia. Non credevo che questo viaggio sarebbe durato così tanto, oggi mi diverto moltissimo, non avrei mai pensato di diventare papà e di avere la vita che ho avuto.
questo l’unico riferimento alla sua vita privata da parte dell’artista.

Oggi il mondo è un luogo difficile in cui vivere per tante persone, noi dobbiamo avere un approccio cristiano per aiutare queste persone. Se lo faremo il mondo sarà sicuramente un posto migliore.
ha concluso, parlando della sua attività di beneficienza e regalando al pubblico un brano tratto dal suo nuovo album.

Sulle note groove di Wake up, parte la verace esibizione del giovanissimo Rocco Hunt, che affronta temi di denuncia sociale con una veste musicale “turbo funk”. Ultima ad esibirsi Irene Fornaciari con Blu. Essere figli d’arte non è una garanzia, soprattutto in questo caso. Il tema attualissimo della fuga in mare dei migranti s’infrange e annega nell’apatia comunicativa.

La lista degli ospiti musicali si chiude con il rapper francese Maitre Gims, mentre Anna Foglietta e Kasia Smutniak fanno un passaggio per parlare del nuovo film di Paolo Genovese, Perfetti sconosciuti.

Al termine della serata sono stati comunicati i quattro artisti a rischio eliminazione: Bluvertigo, Irene Fornaciari, i Dear Jack e Noemi. Salvi per ora: Enrico Ruggeri, gli Stadio, Lorenzo Fragola, Rocco Hunt, Arisa e Caccamo-Iurato.

Chiara Rubino

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