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Sanità, gli infermieri incrociano le braccia: “Bozza di contratto irricevibile”

La bozza del contratto 2016-18 per il Comparto Sanità presentata all’Aran è stata definita dai sindacati di categoria “irricevibile, non rispetta la dignità dei professionisti e mette a rischio qualità e sicurezza dell’assistenza”.

Dopo nove anni di paralisi di un rinnovo contrattuale indispensabile e di molteplici difficoltà che hanno solo tolto ossigeno alla categoria, oggi, gli infermieri sono scesi in piazza a Roma. Sono 400mila i lavoratori qualificati, che hanno incrociato le braccia in tutti gli ospedali italiani.

Al loro fianco i sindacati Nursing-up e Nursind. Tra i nodi da sciogliere resta il tentativo di bypassare la direttiva dell’Ue sull’orario di lavoro, che prevede 11 ore di riposo consecutive ogni 24 e un tetto massimo di 48 ore di lavoro settimanale. E poi il tema delle competenze specialistiche, che per figure professionali di profilo sempre più elevato e con responsabilità crescenti, in alcuni casi gli infermieri sostengono l’organizzazione di interi reparti.

Restano in ‘ombra’ anche altri punti quali: congedi per donne vittime di violenza, allungamento del periodo di riabilitazione, riconoscimento delle unioni civili, lavoro flessibile, formazione personale, responsabilità disciplinari, premio individuale differenziato, welfare integrativo e fondi contrattuali declinati sulle performance.

IL presidente Nursing-up Antonio De Palma ha dichiarato: “Una bozza di un contratto inaccettabile e che punta al ribasso non tenendo conto di tutte le richieste da noi avanzate in questi anni. Il nostro sindacato dice basta ai tagli lineari delle dotazioni organiche, alle deroghe indiscriminate alle ore di riposo giornaliere e al riposo settimanale, alla fuga dei giovani infermieri. Tutto questo a fronte della carenza di ben 63.000 infermieri che mancheranno all’appello al 2021, stando alle ultime proiezioni, e con l’aumento del 3% dei pazienti cronici e non autosufficienti”.

E’ giusto evidenziare che il contratto del comparto Sanità riguarda oltre 500.000 lavoratori: tra questi gli infermieri, che rappresentano la componente più numerosa con circa 280.000 dipendenti del Servizio sanitario nazionale, e le professioni sanitarie come tecnici radiologi e di laboratorio.

Stefano Caruso, segretario provinciale dell’Ugl Sanità di Avellino ha espresso “massimo sostegno al personale infermieristico del sistema sanitario nazionale in sciopero in queste ore per il mancato rinnovo del contratto della sanità pubblica. È inaccettabile – sottolinea – che il vero motore del sistema sanitario nazionale venga liquidato a fronte di nove anni di blocco con una mancetta di 85 euro ed una una tantum veramente irrisoria.

Gli infermieri, spesso demansionati, hanno ovviato per anni alle carenze di organico dovute al blocco totale del turnover ospedaliero, hanno sopportato orari di lavoro e turni di servizio il più delle volte oltre ogni norma, oggi meritano un adeguato riconoscimento professionale non rappresentato esclusivamente dalla gratifica data dalla buona qualità delle cure che nonostante le mille difficoltà riescono a garantire agli utenti”.

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