Precari Asl Avellino. Così in una nota Melchionna e Buonavita della Cisl: “Tra pochi giorni scadranno i termini fissati nell’accordo sindacale con il Direttor Generale ing. Sergio Florio per la sospensione del contratto dei 17 precari dell’ASL di Avellino – si legge – Il futuro che li aspetta è una ingiusta e immotivata uscita dal mondo del lavoro e l’impossibilità di trovare altra occupazione. L’ingiustizia compiuta ai danni dei precari di Avellino è palese ed inaccettabile in quanto i loro colleghi con le stesse tipologie contrattuali in servizio presso altre strutture campane hanno avuto la proroga. Purtroppo chi doveva sanare tale sperequazione, ossia la Struttura Commissariale Regionale, nulla ha fatto di concreto se non tacere. Il precariato ha origini in scelte sbagliate del passato e non può di certo ricadere oggi sulle spalle di soli 17 lavoratori che su 700 precari campani, in analoghe condizioni, vedranno negata la possibilità di sperare in una possibile stabilizzazione. Le risposte che abbiamo cercato sinora invano erano di merito e tendenti ad equiparare le scelte di proroga dei contratti a tutti i precari con la stessa tipologia lavorativa. Forse abbiamo chiesto troppo. Ma la politica, la dirigenza e i sub commissari regionali che nell’esercizio delle proprie funzioni perché eletti o incaricati e nel contempo retribuiti per assumersi precise responsabilità sfuggono al confronto o meglio si sottraggono dall’assumere decisioni seppur coraggiose, riferiscono i segretari generali Melchionna e Buonavita della UST CISL e della CISL FP di Avellino. La nostra azione però continua. Abbiamo richiesto un incontro con il Direttore Generale per riaprire un concreto dialogo e per ipotizzare e praticare soluzioni nel più breve tempo possibile. Nel contempo la CISL sta cercando anche a livello regionale di insistere, come del resto abbiamo sempre fatto sinora, affinchè in questi pochi giorni il Presidente Caldoro e la Struttura commissariale possono compiere un atto di responsabilità e di coerenza impedendo che una profonda ingiustizia venga perpetuata”, concludono Melchionna e Buonavita.
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