S.Ang.L – Referendum: De Mita invita al ‘No’ e riflette sul presente

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Sant’Angelo dei Lombardi – Sulle ragioni del ‘No’ al voto del vicino Referendum, è intervenuto questo pomeriggio, presso il ristorante Goleto di Sant’Angelo dei Lombardi, l’Onorevole Ciriaco De Mita. Organizzato dalle Acli, l’incontro ha registrato la presenza di numerosi amministratori, tra cui i primi cittadini Antonio Petito (Sant’Angelo dei Lombardi), Giuseppe del Giudice (Nusco), Rodolfo Salzarulo (Lioni), Vincenzo Sirignano (Mirabella Eclano), il presidente della Comunità montana Alta Irpinia, Gaetano Sicuranza, il capogruppo regionale della Margherita, Mario Sena. Tra gli altri, c’erano anche l’assessore prov.le Calabrese, il responsabile Enti locali del Fiorellino, Giuseppe De Mita, Enza Ambrosone, Elvira Lenzi, Rosanna Repole, i dirigenti scolastici Garofalo e Marandino e tanti amministratori locali. Sono intervenuti all’incontro, moderato da Antonio Porcelli, l’assessore comunale santangiolese Luca Alberico, i rappresentanti dell’Esecutivo provinciale Mario Bruno e Luisa De Lisio, l’assessore comunale a Castelvetere Gemma Follo, l’avvocato Linda Maglio. Tante le domande pervenute a De Mita,il quale ha evidenziato l’importanza del ‘No’ al Referendum del 25 e 26 giugno con un articolato excursus di valenza politico-culturale. In particolare, il leader di Nusco ha sottolineato come nell’attuale sistema “che sta mutando regime, subisce molti condizionamenti che avvengono per le pubblicità capziose e per la mancanza di recupero del senso assembleare”. De Mita ha poi esordito: “La proposta di riordino istituzionale lanciata dal Governo Berlusconi ha caratteri di grande ambiguità: Bossi doveva avere la devolution, Berlusconi doveva confermarsi Presidente del Consiglio”. Un attacco diretto al modello istituzionale proposto da Calderoli. E l’invito a “iniziare a riflettere per una politica che non può essere più gestita dalle oligarchie di potere che accrescono solo l’illusione del processo di crescita della storia”. Infine, invitando i presenti -circa trecento- a votare ‘No’, ha così concluso: “La grande partita è quella di recuperare l’errore che noi abbiamo commesso: quello di aver cancellato il ruolo dei cattolici impegnati in politica. Per recuperarlo, occorrono pazienza, sagacia e grande aggregazione popolare”.

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