Sale scommessa e slot, Festa: “Questa amministrazione è come Oronzo Canà”

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Utilizza una metafora cinematografica per denunciare quanto vuole fare l’amministrazione comunale con il regolamento per contrastare le ludopatie: «Mi ricorda il film di Oronzo Canà: compriamo Maradona, ma tra tre anni».

All’indomani del Consiglio Comunale che ha fatto registrare l’ennesimo flop sul regolamento ludopatie, Gianluca Festa allontana ogni accusa sull’ipotetica volontà di salvare le sale scommessa e slot machine. L’esponente di Davvero, insieme ai consiglieri Salvatore Cucciniello, Francesca Medugno, Gerardo Melillo e Domenico Palumbo, uscendo dall’Aula avevano di fatto impedito l’approvazione del regolamento. Un’azione dettata dalla necessità di non far passare un prospetto che, a detta loro, conterrebbe vari errori a cominciare da quel parallelismo sui tre anni, ovvero quelli messi a disposizione dei gestori delle sale per delocalizzare le attività che non rispettano i 300 metri di distanza dai luoghi sensibili.

«Non si può immaginare che questo regolamento possa valere tra tre anni, mi ricorda il film di Oronzo Canà – spiega Festa. Noi che viviamo la città sappiamo che, quando c’è un problema, va affrontato subito. Tra gli emendamenti che avremmo voluto presentare c’era anche quello sulla riduzione dei tre anni. Dal nostro punto di vista bisogna dare massimo 6 mesi o un anno di tempo ai gestori per spostarsi. Questa è una forma di tutela maggiore nei confronti della comunità. Così come avevamo pensato a una stretta maggiore sugli orari». Nessun caso politico di fronte alla loro presa di posizione in Aula che aveva portato qualcuno a immaginare un asse Festa-dameliani, dimenticando però che ad abbandonare l’Aula era stato anche il consigliere d’opposizione Domenico Palumbo.

A conti fatti, quindi, a bloccare l’approvazione del regolamento sono stati i componenti della commissione “Sanità” che chiedeva delle modifiche sostanziali. «L’unico asse che c’è in consiglio – sottolinea Festa – è quello a vantaggio della comunità. C’è gente nominata che non conosce il quotidiano e fa vita da scrivania. A differenza nostra che conosciamo i problemi della gente. Per questo avevamo immaginato questi emendamenti in modo da produrre un documento che sia realmente efficace. Chi vuole appellarsi a motivazioni politiche dietro la nostra scelta, lo fa perché non ha altre argomentazioni. Qui siamo di fronte a un situazione di incompetenza e ignoranza delle problematiche».

Dall’altro lato, l’assessore alle attività produttive, Arturo Iannaccone, aveva parlato anche di pressioni esterne, provenienti dal modo dei gestori delle sale scommessa, per non far approvare il regolamento. Festa, però, preferisce allontanare questa accusa con una battuta: «Non sono stato chiamato né dalla nipote di Mubarak né da Scilipoti».

Il consigliere di “Davvero”, inoltre, carte alla mano, smonta anche quanto dichiarato in Aula da alcuni consiglieri, in merito all’impossibilità di apportare alcune modifiche. A cominciare da quanto sostenuto da Ida Grella secondo cui non sarebbe possibile distinguere tra sale scommessa e quelle slot: «C’è una sentenza del Consiglio di Stato che dice l’esatto opposto». Così come Festa illustra una sentenza del Tar che ha annullato il regolamento del comune di Firenze, firmato dal sindaco Nardella: «Quando si scrivono regolamenti senza conoscere l’argomento, si fa la fine del comune di Firenze dove il Tar lo ha annullato. I nostri emendamenti servono proprio ad evitare che ciò accada».

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