“Sai quanti soldi mi fanno perdere questi bastardi?”. Diplomi falsi, le intercettazioni

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Renato Spiniello – Prima la consegna della somma pattuita (1150 euro), poi l’acquisizione dei dati personali del partecipante e la compilazione della domanda con l’indicazione dei titoli falsi; infine la consegna dell’originale dei titoli falsi e la riscossione del saldo (2mila o 2300 euro). Questo l’iter dell’accordo corruttivo, appurato dagli inquirenti, sul caso degli attestati comprati alla Cisl Scuola di Avellino per farsi attribuire punteggi aggiuntivi nella graduatoria di partecipazione al bando del personale Ata.

Probabile che il primo pagamento (l’anticipo) era destinato al pubblico ufficiale corrotto, quello che rilasciava il certificato falso, mentre il saldo veniva trattenuto da “Mister 2mila euro”, ovvero dall’intermediario smascherato dal sevizio dell’inviato di Striscia La Notizia Luca Abete che ha scoperchiato il vaso di pandora sul business dei diplomi comprati.

Le indagini sono partite dopo la denuncia presentata in Procura dal segretario generale del sindacato, Salvatore Bonavita, che ha provveduto immediatamente anche a sospendere il collaboratore finito nella morsa mediatica.

Quest’ultimo, tuttavia, tutt’altro che allarmato, ha proseguito la propria attività illecita anche dopo la messa in onda del servizio di Striscia. Dalle intercettazioni ambientali e telefoniche, effettuate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, è emerso che l’uomo era sì preoccupato dal clamore suscitato dalla vicenda, ma solo perché coloro che avevano acquistato i titoli falsi, allarmati, volevano toglierli dalla loro documentazione e di conseguenza non pagare.

Sorpreso in auto a colloquio con un amico, il funzionario si lamentava dicendo di aver perso un sacco di soldi e che addirittura avrebbe offerto ai “clienti” degli sconti sul prezzo iniziale di 2mila euro.

“Dice ‘no perché stanno accertamenti in giro, la voglio levare’. Ora la voce che ha girato è proprio questa” gli riporta l’amico, e lui “Eh ma sai quanta gente, quante carte tengo io e devo avere i soldi e li hai visti?”. “Questi ora sai quanti soldi mi fanno perdere, questi bastardi” tuona. E ancora “M’hanno fatto”; “Eh si ti hanno fregato”; “Come la cromatina”; “E per una stronzata” […]

Tantissimi i disperati alla ricerca di lavoro coinvolti nel giro, come appurato dalle intercettazioni: “Senza fare troppi problemi, non li vogliono non se li pigliano figurati, io ho perso tanti soldi e figurati ora” […] “E che non mi danno i soldi e già vuoi l’attestato?”; “No ma che stai scherzando? questa qua ha detto ‘a me questo perché mi hai dato la fotocopia, dell’attestato, io voglio anche pagarlo, questo qua, però quando avrò l’attestato quello originale io ti darò i soldi, però non me lo devi mettere'”.

Al momento si è risalito a due degli istituti da cui provenivano i diplomi falsi, uno di Avellino e l’altro di Santa Maria Capua Vetere, nel casertano. Inoltre è stata ascoltata dai pm una donna che, come ammesso dalla stessa, in cambio di 2300 euro (di cui 1150 in anticipo) avrebbe ricevuto titoli utili al conseguimento di un maggiore punteggio nel concorso indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione per il personale Ata. Parliamo della cosiddetta patente europea del computer (l’Eipass 7 moduless user) e la qualifica professionale di operatore dei servizi sociali, entrambi rilasciati senza aver frequentato alcun corso.

La donna, una volta convocata, è stata intercettata mentre confessava ad un’amica di aver pagato 1150 euro come anticipo per ottenere i certificati in questione (“Avevamo pattuito metà una volta e metà un’altra, altre persone invece hanno pagato due e tre”).

Oltre all’intermediario (Mister mazzetta), ristretto ai domiciliari, è finito nei guai il titolare dell’istituto di Avellino che rilasciava certificati internazionali in campo informatico. Scattata, per quest’ultimo, la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio, con divieto di svolgere attività inerenti per 12 mesi.

Ancora non è individuato il funzionario pubblico dell’istituto di Santa Maria Capua Vetere, ma l’indagine, vista la mole delle richieste emerse dalle intercettazioni, resta apertissima e porterà di sicuro ad ulteriori sviluppi. Quotando il Procuratore Rosario Cantelmo: “Coloro che sono coinvolti fanno male a non denunciare, gli consiglio di farlo perché arriveremo ben presto ad individuarli”.