Sant’Angelo dei Lombardi – “Una scelta sofferta, non calcolata ma maturata nell’interesse della comunità”: così Antonio Petito che ‘si confessa’ nel ventesimo giorno dalla scadenza delle sue dimissioni che sono state confermate. Per cui il Consiglio comunale si scioglie e si attende ora il decreto del Prefetto Orrei per il nuovo commissario prefettizio. Nella conferenza stampa Antonio Petito fa l’excursus della vicenda amministrativa: dalla nascita della lista civetta alle dimissioni, due anni della storia politica di Sant’Angelo dei Lombardi vissuti attraverso uno dei protagonisti che “è stato costretto ad una decisone dettata dal cuore ma a malincuore”. E l’ex sindaco parte dal principio, un inizio sancito dalla nascita dell’ormai famosa ‘lista civetta’, un gruppo riconosciuto ma con la necessaria autocritica. “Riconosco i miei errori e per questo chiedo scusa ai Ds che già agli albori di questa esperienza si sono mostrati lungimiranti pur essendo forse i maggiori sostenitori della mia candidatura a sindaco. Ho sbagliato all’inizio, il mio errore è stato non azzerare la situazione ma le responsabilità non sono soltanto mie”. La lista civetta, infatti, e nata da una convergenza di vedute, “insieme abbiamo deciso l’inserimento dei parenti dei candidati. Un errore che ho vissuto male e mi ha creato un certo turbamento”. Insomma, una situazione ‘insostenibile’ che avrebbe subito mostrato le sue defaillance. “In due anni abbiamo parlato sempre e solo di crisi senza affrontare i problemi che erano sul tappeto”. Da questa considerazione la presa di coscienza che “quando non sussistono le condizioni per andare avanti bisogna lasciare per il bene del paese. Per questo me ne vado, perché voglio bene al paese e non ero più in grado di fornire risposte alla gente”. Poi i riflettori vengono proiettati inevitabilmente sulla ‘patata bollente’: le dimissioni. “La mia volontà è stata sottoscritta alla presenza di Repole, Cona, Gallo e Fischetti. Una scelta condivisa e sostenuta ma con codicilli: a cadenza giornaliera sarebbero dovute arrivare le dimissioni degli altri. Contingenza che non si è propriamente verificata”. Nel mirino, dunque, i consiglieri non dimissionari Repole, Sicuranza, Tina Gargano, Del Goleto, Castellano e Cona. “la cosa che più mi rammarica è che si è molto giocato su quanto accaduto. Dopo le dimissioni del sindaco e di 10 consiglieri la conseguenza naturale sarebbe stata l’abbandono degli altri ma a Sant’Angelo non si è voluta dare una nuova amministrazione”. In chiusura una rivelazione, un colpo di scena dal sapore forse scontato: “Lascio la Margherita. Al partito ho sempre dato e mai ricevuto. Per quanto riguarda il Comitato dei sindaci, il presidente è stato designato nel primo cittadino di Bisaccia. Nel direttivo provinciale della Margherita non ci sono neanche entrato. Non sono attaccato alla poltrona ma queste disattenzioni dimostrano come si sia di fronte ad una vera e propria delegittimazione. Nella Margherita non posso più restarci”. E … dopo ‘l’assoluzione’ dei cittadini, per il cui “bene” Petito ha agito, resta ora l’ombra del Commissario Prefettizio. All’incontro con la stampa erano presenti per “solidarietà” al sindaco dimissionario, due ex componenti del consiglio comunale, Agostino Valvano e Luca Alberico unitamente a curiosi e cittadini.Si chiude per ora la gestione Petito che forse ‘rimanda’ in altra collocazione la sua formazione politica senza disdegnare il suo impegno politico salutando i dipendenti con un “arrivederci”.. Da tempo si parla di un posizionamento vicino all’Udeur di Mastella. Per la conferma… occorre solo attendere. Probabilmente nei prossimi giorni sul caso delle dimissioni del sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi si apriranno ulteriori polemiche e chiarimenti. Una cosa è certa: la seconda legislatura Petito, nata male per errori del centrosinistra locale e per le debolezze del centrodestra, alla fine ha dimostrato tutti i segni dell’improvvisazione e della debolezza evidenziata a più riprese proprio dal primo cittadino. (di Manuela Di Pietro)