S. Angelo a S. – Don Vitaliano scrive al sindaco e chiede certezze

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Una missiva inviata al primo cittadino di Sant’Angelo a Scala Domenico Majello da Don Vitaliano Della Sala sul delicato argomento degli incendi che hanno caratterizzato la calda estate. Una nota che invita a riflettere e che sollecita risposte da parte del capo dell’amministrazione.
“Ho seguito con molta preoccupazione gli avvenimenti che nei giorni scorsi hanno sconvolto la tranquillità del nostro paese: gli incendi dolosi che hanno distrutto ettari di boschi della nostra montagna e stanno provocando la caduta di massi a monte di Sant’Angelo a Scala, per cui si è reso necessario lo sgombero delle case di via San Marco.
Per fortuna nessuno crede più alla Befana né alla cicogna, così come nessuno è più disposto a credere alle fiabe che per anni, vergognosamente, ci hanno raccontato ministri e esperti, quelle che parlano di fantascientifiche autocombustioni e del cattivo mozzicone acceso che provocherebbe incendi impossibili, occorrerebbe allora porsi alcune domande: a chi servono gli incendi? Chi ci guadagna? Le risposte le sappiamo: ci sono interessi nello spegnimento degli incendi, spesso affidato a privati; ci sono i pastori che, forse giustamente, hanno bisogno di pascoli; c’è la vita e la disperazione di tanti lavoratori stagionali che solo se ci sono incendi saranno riassunti il prossimo anno, e se gli incendi sono tanti, sperano in un’assunzione definitiva. Soprattutto questi ultimi non mi sento di condannarli: forse nelle loro condizioni agirei allo stesso modo!
Avrei già voluto rivolgerLe alcune domande nei giorni scorsi, ma ho atteso, vista l’emergenza che si è trovato ad affrontare praticamente da solo, data la latitanza dei consiglieri della Sua maggioranza, che si sono distinti per essersi fatta vedere il meno possibile nei giorni dell’incendio e in quelli seguenti. Spero che ora avrà la serenità per rispondere ad alcune semplici domande, sperando che non sia anche Lei tra quelli che fanno lo scaricabarile su altri Enti:
1– Ha mai dato uno sguardo alla bellissima e terribile montagna che sovrasta il paese? E se lo ha fatto, avrà anche notato che tra le rocce a strapiombo e il paese ci sono i boschi che, da sempre, hanno evitato che i massi, cadendo, arrivassero tra le case. La invito ora a guardare di nuovo, si accorgerà che ampie fette di bosco sono state tagliate in maniera indiscriminata e criminale, senza lasciare alberi sufficienti a ripopolare il bosco e a trattenere le pietre; mi corregga se sbaglio, i tagli boschivi sono vietati nei territori dei parchi regionali; ma ammesso che siano legali, Le chiedo: chi li ha autorizzati e chi ne ha controllato l’esecuzione? Non ci vuole un esperto per capire che chi ha permesso tali tagli è un criminale peggiore dei piromani. E non devo essere io a ricordarLe che tra essi, mi sembra, ci siano alcuni amministratori.
2 – La montagna esiste da molto prima che nascesse il paese e, a quanto dicono i vecchi, anche se non con l’attuale intensità, i massi si sono sempre staccati dalla montagna; visto che Lei ha fatto parte dell’amministrazione comunale da almeno 15 anni, si è mai chiesto chi ha autorizzato la discutibile costruzione di quelle case a ridosso della montagna, ora sgomberate?
3 – Visto che il nostro territorio cade nella Comunità montana (dove Lei è consigliere) e nel Parco regionale del Partenio, si è mai preoccupato di controllare se questi Enti, insieme alle Guardie forestali, hanno messo in atto tutte quelle misure di prevenzione contro gli incendi, per evitarli o almeno per arginarli? E Lei si è mai preoccupato di attuare politiche di salvaguardia e tutela della montagna e di prevenzione contro gli incendi?
4 – Alcuni nostri concittadini sono stati sgomberati dalle loro case in via preventiva e ospitati in albergo o presso parenti dove, penso, dovranno rimanere per molto. Credo che sia un provvedimento ipocrita e di facciata; si è domandato che se malauguratamente un masso raggiunge via San Marco, potrebbe colpire anche il resto del nostro minuscolo paese, in particolare la scuola sita nei pressi delle case sgomberate? Chi Le da la certezza che ciò non avvenga e che, quindi, non debba essere sgomberato l’intero Sant’Angelo? Ovvero: Lei si sente in grado di dare assicurazione al sottoscritto e all’intera comunità, che solo le abitazioni di via San Marco sono a rischio? E di quanto eventualmente dirà, se ne assume la responsabilità, senza nascondersi dietro il facile paravento delle decisioni del Genio Civile o di altri?
5 – Sono iniziate le piogge, qualcuno dice per fortuna perché la campagna ha bisogno di acqua, dopo tanta siccità, e con la pioggia gli incendi sono improbabili. Ma con una montagna praticamente senza alberi, perché tagliati o bruciati, con i valloni praticamente senza manutenzione a monte e, a valle, con lavori eseguiti male (dopo aver sperperato molti soldi, tanto da richiamare l’attenzione della Comunità Europea che ha mandato ispezioni!), considerando che molta parte del nostro territorio è classificato come “zona rossa”, cioè soggetto a frane, Lei è in grado di assicurare serenità e sicurezza a tutti i cittadini affidati alla Sua amministrazione?
6 – E infine: già si parla di migliaia di euro stanziati e da stanziare per la messa in sicurezza della montagna e per gli sfollati che, come spesso è avvenuto in Italia e soprattutto nel Meridione, e in Irpinia dopo il sisma dell’’80, rischiano di essere spesi male, sperperati, se non rubati, dai soliti tecnici, dalle famigerate imprese di costruzione e dagli immancabili amministratori senza scrupolo… non Le chiedo di assicurarmi che il tutto si svolgerà in maniera limpida e corretta”.

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