Rotondi: “Non condivido la Boldrini, ma ieri ho sporto denuncia per minacce in rete”

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“Non penso che la Boldrini abbia ragione nel prospettare la denuncia come soluzione ad una violenza verbale in rete, che richiede viceversa interventi legislativi. Detto questo, mi sono visto costretto ieri a denunciare formalmente le minacce fisiche di lesioni, e addirittura di morte, che lo scorso 6 Agosto mi sono state indirizzate sulla rete”.

Lo racconta Gianfranco Rotondi, segretario di Rivoluzione Cristiana. “La seguente denuncia – spiega Rotondi – fa capire a quale livello di tensione andiamo incontro nella prossima campagna elettorale: ”

Io sottoscritto Gianfranco Rotondi sono qui a denunciare quanto segue:

– in data 5 agosto, all’incirca intorno alle ore 17, controllando il mio profilo Twitter ho constatato che era stato postato in rete un video tratto da una trasmissione a cui avevo partecipato nello scorso Marzo. Il video era stato postato alcune ore prima dall’europarlamentare nonché portavoce del Movimento 5 Stelle on. Fabio Massimo Castaldo. Il video era accompagnato dalla scritta:

“Condividi questa vergogna, Mario Giordano lo cazzia”.

Nel giro di poche ore sono piovute sul profilo dell’ on. Castaldo e sul mio profilo reazioni ingiuriose a centinaia. Alcune di esse contengono minacce di lesioni fisiche dirette alla mia persona e ne allego foto-testo. In particolare segnalo alcune minacce e i profili da cui provengono: il signor Maurizio Tato esorta : “Spacchiamogli il culo”; Elia Cordaro aggiunge: “Io se trovo Gianfranco Rotondi per strada lo ammazzo di botte: e la mia non è una minaccia,è una garanzia; uomo di merda se ti trovo per strada visto che sei cristiano ti mando a conoscere il tuo idolo”. Segue Tonino Crosby Landini:

“Un colpo in testa e poi ok la pensione alla vedova”. Poi Clara Farineli: “Un porco vero da scannare e fare un faló”. Bruno Pili: “Impiccaggione”.

Romano Gambetta espone una pistola sul suo profilo. Queste sono solo alcune delle minacce rivolte alla mia persona. Alcune di esse contengono un frasario che richiama le parole usate da ignoti nei miei confronti in circostanze che hanno formato oggetto di precedenti denunce”.