Rotondi, la casa in vendita e il mistero glorioso della politica: “Sullo lasciò per screzi la Dc per passare con un partito che non esisteva”

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“Ho venduto casa per onorare un debito contratto con il centrodestra”. E’ una confessione che provoca un misto di stupore e incredulità quella dell’ex Ministro avellinese Gianfranco Rotondi. Rispondendo alle domande di una simpatica rubrica de “Il fatto quotidiano” unitamente ai colleghi Licia Ronzulli ed Erasmo Palazzotto, il parlamentare democristiano racconta di una “passione sconfinata” per la politica, tale da rimetterci economicamente ed obbligarlo a vendere la sua abitazione. “L’ho venduta – spiega Rotondi a Il Fatto – senza piangere, senza dolermene. Avevo firmato una fideiussione: improvvisamente è mancato il finanziamento ed io che ero garante ho dovuto garantire”. Rotondi evita riferimenti specifici ma conferma di aver onorato in prima persona quel debito contratto: “qualche altro sarebbe scappato via. Io no, mai”. Nel corso dell’intervista, Rotondi non manca un riferimento a Fiorentino Sullo, del quale è ricorso, il 29 marzo scorso, il centenario della nascita. “Sullo – ricorda il parlamentare irpino – lasciò per screzi la Dc per passare al Psdi. Giorgio Bocca si trovò ad ascoltare un suo comizio e scrisse: non capisco come una persona intelligente e anche colta, per di più deputato alla Costituente, possa passare il tempo a rappresentare un partito che non esiste in un posto che non esiste”. Per Rotondi, “Bocca aveva descritto il mistero glorioso della politica”.  (mi. dl.)