Settimana decisiva per le famiglie degli 80 operai ex Ati a rischio licenziamento. E’ stato rinviato, infatti, a questa settimana il Consiglio comunale di Rotondi. Una seduta importante, che si doveva riunire lo scorso venerdì pomeriggio per discutere della questione. La vicenda, intanto, continua a suscitare grande preoccupazione nel centro caudino, dove i lavoratori dell’ex tabacchificio Ati di Campizze, per la maggior parte donne, con il loro reddito mantengono interi nuclei familiari. La triste storia, così viene ormai definita, di questa lunga vicenda, inizia circa dieci anni fa, quando l’azienda Tabacchi Italiani decide di chiudere lo stabilimento di Rotondi e di trasferire parte del personale nella struttura di S. Maria Capua Vetere. Una parte di lavoratori viene incentivata con l’esodo volontario. Per non rinunciare all’unica fonte di reddito, tantissime donne sono costrette a disagi notevoli per raggiungere in pullman il centro casertano. Sveglia la mattina presto e ritorno la sera tardi. Così, fino a tre anni fa, quando l’Ati viene ceduto ad un privato, il quale, all’atto dell’acquisto, assume l’impegno di garantire il lavoro per altri tre anni. Periodo trascorso, puntualmente la nuova proprietà non vuole richiamare il personale di Campizze, tutti lavoratori stagionali, perché si è deciso di trasferire la lavorazione del tabacco a S. Lucia di Battipaglia. Gli 80 lavoratori di Rotondi, a questo punto, senza alcun paracadute di carattere sociale, restano senza lavoro, quando a molte delle donne mancano solo pochi anni di contributi per godere della pensione. Il Comune di Rotondi è intervenuto nella vicenda interessando le forze istituzionali. Ma i risultati sono stati magri. Ecco, quindi, la decisione di tenere un Consiglio comunale per stabilire la linea da portare avanti alla luce delle ultime novità. Un rinvio che intanto ha allungato le sofferenze di tante famiglie, che vivono ore di grande apprensione.