“Riutilizzo dei beni delle mafie, una legge per colpirle al cuore”

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Una proposta di legge in grado di garantire un pieno e fattivo riutilizzo dei beni confiscati alle mafie. Un provvedimento che mira a colpire al cuore gli interessi delle associazioni camorristiche che spadroneggiano, in Campania come in Irpinia, stanando e contrastando il loro legame, talvolta particolarmente, radicato con il potere politico ed economico. E’ il senso del provvedimento presentato questa mattina a Palazzo di Città dal presidente della Commissione regionale ecomafie, Antonio Amato, dall’assessore agli Enti locali, Pasquale Sommese, e dalla consigliera irpina Rosa D’Amelio. A fare gli onori di casa, il sindaco Giuseppe Galasso, Presente anche una delegazione di studenti dell’Istituto tecnico per geometri D’Agostino, i referenti delle associazioni “Libera” e “Polis”, che avranno un ruolo fondamentale nell’iter previsto da Palazzo Santa Lucia, i segretari provinciali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ed alcuni esponenti delle forze dell’ordine.

La proposta di legge si compone di nove articoli ed abroga la legge regionale del 12 dicembre 2003 avente ad oggetto la stessa materia. L’obiettivo fondamentale di valorizzare i beni confiscati alle mafie viene perseguito innanzitutto attraverso l’istituzione di un Fondo per la valorizzazione dei beni, di un fondo di rotazione per la progettazione tecnica e di un Fondo di ammortamento prestiti. Particolarmente importante appare il terzo strumento, che permetterà alla Regione di provvedere alla copertura delle rate di ammortamento a carico degli enti territoriali assegnatari dei beni confiscati per i prestiti contratti per il finanziamento degli interventi e delle opere di adeguamento strutturale. Non solo. La proposta di legge istituisca anche un Osservatorio regionale sull’utilizzo dei beni confiscati, che dovrà avere funzioni di promozione e supporto delle attività di valorizzazione previste, presieduto dall’Assessore agli enti locali, Pasquale Sommese. L’organismo dovrà anche individuare le possibili forme di cooperazione con l’Agenzia nazionale per la destinazione e l’amministrazione dei beni sequestrati alle mafie. L’obiettivo dichiarato della legge, tuttavia, è anche quello di garantire la valorizzazione delle imprese sequestrate, quasi sempre destinate al fallimento. In questa ottica, il lavoro dell’Osservatorio regionale dovrà fornire un contributo decisivo.

Estirpato il cancro della camorra – spiega Antonio Amato (Pd) – troppo spesso restano le metastasi. Occorre ingaggiare una battaglia culturale collettiva. Nelle terre di Zagaria e Di Lauro la camorra è in addirittura mitizzata. Alla legalità, allora, dobbiamo far corrispondere anche una forte giustizia sociale e occasioni di lavoro per i giovani”. Il presidente della Commissione regionale sulle Ecomafie ha anche illustrato il provvedimento: “Nato dal baso, con la partecipazione delle associazioni e degli enti locali è stato approvato all’unanimità in Consiglio. Puntiamo a colpire le mafie nei loro interessi economici – spiega – ma poi i beni devono essere resi fruibili per la collettività. Questa legge ci consente un importante scatto in avanti”. L’esponente del Pd ha anche riferito una importante notizia in relazione all’utilizzo di Villa Graziano a Quindici, che è stata già indicata come sede di un maglificio. “Nei prossimi giorni sarò sottoscritto un Protocollo di Intesa per la ristrutturazione”. Il progetto è stato realizzato dall’Istituto tecnico per geomteri D’Agostino di Avellino.
Soddisfatta anche la consigliera irpina, Rosa D’Amelio: “A venti anni di distanza dalla morte di Falcone e Borsellino – evidenzia – abbiamo approvato una norma che semplifica e dà risorse. Le associazioni “Libera” e “Polis” stanno facendo sinergia con le istituzioni. L’Irpinia non è affatto immune dalla criminalità organizzata. Domani, a Bisaccia la Commissione Anticamorra si occuperà di valutare alcuni appalti che riguardano l’eolico”.
Un ruolo particolare all’interno della norma è attribuito all’assessore regionale agli Enti Locali. Pasquale Sommese, delegato in materia a Palazzo Santa Lucia è stato chiaro: “Bisogna fare fronte comune dopo i grandi risultati conseguiti da forze dell’ordine e magistratura. Non è facile far comprendere come sia possibile che su circa 1844 beni confiscati ne siano fruibili solo poche decine”. Poi un pensiero sull’Irpinia: “La camorra è presente anche qui, seppur in maniera minore che a Napoli e Caserta. Bisogna colpire i suoi interessi economici. Oggi c’è preoccupazione anche in questo territorio. Questo percorso legislativo va portato avanti e rafforzato”.
La proposta di legge va nella direzione più volte auspicata dall’associazione “Libera”, che più di tutte si è adoperata per la valorizzazione dei beni confiscati. Marco Cillo, nella duplice veste di referente provinciale e delegato ai beni confiscati a Quindici, sottolinea: “A distanza di 30 anni, Pio Latorre oggi direbbe ‘finalmente!’. Questa legge, principalmente sul versante delle aziende, era attesa da tempo”. Poi una stoccata ai tanti politici assenti: “Non posso tuttavia ignorare – dice Cillo – l’assenza dei tanti rappresentanti comunali della provincia”.

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