Riordino Province, lettera aperta a Patroni Griffi

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Di seguito la lettera inviata al Ministro Filippo Patroni Griffi dall’Associazione dei Cittadini sul Territorio.

“Le scriviamo per rappresentarLe che con un diritto negato, non si relaziona la democrazia agli interessi di una Regione.

Il decreto che Lei sta per rendere esecutivo, purtroppo ignorato dai nostri rappresentanti al governo e dal nostro sindaco che in un momento delicato e fondamentale della città ha deciso di far commissariare l’amministrazione, lede gli interessi della Regione Campania e dei suoi abitanti.

1. La Provincia Irpina con Avellino Capoluogo, è la più popolosa delle due di cui quella Sannita, con i suoi 78 comuni e 242.000 residenti è poco più della metà dei 470.000 residenti e 119 comuni di quella avellinese. Annullare quindi la Provincia più popolosa, cioè con i requisiti, in favore della più piccola, che non ha quindi i titoli per essere scelta, è nettamente in contraddizione con lo spirito accorpativo individuato dal legislatore. La sola individuazione a posteriori della Provincia quale ‘di Benevento’, annullerebbe le regole d’unione oltre ad una umana disaffezione psicologica della quasi totalità della popolazione. Sarebbe come se alla caduta del muro di Berlino, si fosse scelto d’accorpare l’occidente all’oriente e non viceversa come effettivamente è avvenuto: Berlino ha sostituito Bonn nel 1990.

2. la nuova provincia IRSA non può acquisire come capoluogo la città di Benevento che già non rappresenta baricentricamente l’equidistanza con i Comuni in via d’aggregazione. Per circa 100.000 abitanti irpini raddoppierebbe la distanza dal ‘capoluogo’ Benevento, creando palesemente una diseconomia del tessuto territoriale, nonché un repentino scivolamento verso le province limitrofe: sarebbe completamente disatteso anche in questo lo spirito del legislatore. L’attività burocratica della nuova provincia soffrirebbe delle aumentate distanze medie dall’ipotetico capoluogo sannita, creando disagi e disorganizzazioni: lo sviluppo economico, sociale, strategico/operativo scemerebbe, producendo ulteriormente buchi nella finanza locale e regionale.

3. La nuova ‘Provincia di Benevento’, intanto, abituata solo ai problemi derivanti da 78 amministrazioni sviluppate su di un territorio più piccolo, dovrà ‘studiare’ una mole di governi quasi doppia (119 Comuni) su di una regione più ampia perché possa sperare in un nuovo ed operativo piano di sviluppo. I tempi e le difficoltà, nulli per Avellino capoluogo, avvezzo alla problematica sarebbero lunghi, farraginosi e difficili da comprendere, figuriamoci le difficoltà, forse impossibili da risolvere, per un capoluogo, Benevento, lontano da logiche estranee.

4. Le difficoltà derivanti da un territorio prevalentemente montuoso, collegato con strade a volte impervie, si differenzia immediatamente da quello pianeggiante e facilmente controllabile del Sannio: solo un’esatta conoscenza dei luoghi determinerà un abbassamento dell’impegno ispettivo e di intervento ed ovviamente finanziario.

Dopo la sintetica e voluta esposizione delle ragioni secondo le quali una scelta errata sulla definizione della città capoluogo, determinerebbe immediatamente un affondamento pericolosissimo nel mare dell’ingovernabilità che mal si adatterebbe alla politica di risanamento che questo Governo si era prefisso, La preghiamo, esimio Avvocato, di considerare attentamente la premessa.

Agevolare, infatti, scelte stupidamente campanilistiche, di soddisfazione meramente popolare, niente ha a che vedere con il pregevole progetto di restaurazione nazionale, che il Governo persegue. Esimio sig. Ministro, farsi condizionare, da emendamenti o congetture all’insegna di nefaste logiche passate, da interventi faziosi che nulla incidono con lo sviluppo e la fondazione di un governo, sia pure solo provinciale, crediamo sia diabolico.

Pertanto, ci appelliamo ai sentimenti di uomo del sud che, guardando serenamente al futuro di una terra da sempre vituperata, non lasci che lo scempio continui. Una scelta corretta segnerà, nella storia di questo Paese, a Lei ed al suo Governo, un ruolo fondamentale di uomini di Stato che non saranno dimenticati”.

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