Rinnovamento, competenza e portatori di idee: il messaggio di Mai Più a Popolari e non solo. “Noi siamo forza civica, altri chiariscano”

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Marco Imbimbo – «Non accettiamo ricatti. Noi siamo da sempre una forza civica, gli altri facciano chiarezza». Con la sfiducia ormai archiviata e la campagna elettorale che muove i primi passi, il gruppo “Mai più” comincia a dire la sua, tra quello che è successo negli ultimi mesi e ciò che accadrà fino a maggio. Le alleanze sono possibili, ma «senza portatori di voti, solo di idee. E all’insegna del rinnovamento e delle competenze. Uno vale uno non vuol dire nulla». Luca Cipriano, Leonardo Festa e Marietta Giordano hanno incontrato la stampa a Palazzo di Città per fare chiarezza su passato e futuro.

«Questa amministrazione non è stata il cambiamento ma il governo del cambia-niente – tuona Cipriano. E’ stata l’esperienza amministrativa più inutile che poteva capitare alla città, dopo quella disastrosa a marchio Pd».
Mandare a casa il governo pentastellato era diventata una necessità dopo che in 5 mesi «hanno prodotto solo atti sbagliati o illegittimi. Ancora oggi ne paghiamo le conseguenze, basta vedere la mensa che non parte – ricorda Cipriano. Oppure la vicenda Ferragosto che ha privato la città di una vetrina importante, senza dimenticare l’ordinanza antismog che ha rinchiuso gli avellinesi».

Poi ci sono quegli atti che ancora devono produrre i propri effetti, ma che già fanno sorgere più di un dubbio. E’ il caso del Natale e di come verranno spesi quei fondi, ma soprattutto a chi sono destinati. «Il Movimento parla sempre di meritocrazia e trasparenza, poi elargisce decine di incarichi ad personam, per circa 200 mila euro in totale, senza fare alcun bando o manifestazione d’interesse».

Questa pagina che Cipriano giudica sbagliata, ma anche un’occasione persa per cambiare la città e farla risorgere, dovrà essere superata alle prossime elezioni. «Le istituzioni non sono un gioco, servono competenza e correttezza altrimenti si danneggiano ulteriormente i cittadini, come con la mensa o le ordinanze anti-smog». Se il vecchio sistema di gestione della città non deve più ritornare, bisogna superare anche quello del M5S. «Il principio di “uno vale uno” per noi non funziona, noi guardiamo alle competenze. Non è vero che siamo tutti uguali, bisogna mettere le persone giuste al posto giusto. Sostenere che tutti possano fare tutto ha prodotto 5 mesi di danni alla città».

Da questo punto di vista, l’arrivo del commissario viene salutato di buon occhio perché «potrà raccontare la verità sui conti» mentre c’è una differenza sostanziale tra il gruppo “Mai più” e l’ex sindaco Ciampi «per noi l’indipendenza è un valore fondamentale, il sindaco ha dimostrato di non averne anzi il vero sindaco è stato Sibilia, che ha scelto anche gli assessori, ed è l’artefice di una occupazione di poltrone mai vista in questi anni. Ha fatto peggio di quelli che criticava».

E non manca una provocazione al primo cittadino: «Dice di essere stato sfiduciato perché non ha accettato ricatti. Lo trovo delirante. Spieghi alla luce del sole quali ricatti ha subito».

Ora, però, bisogna guardare oltre perché se da un lato «non abbiamo nulla di cui pentirci, volevamo far saltare un sistema così come è successo il 24 giugno», dall’altro lato il percorso è ancora lungo. «Siamo a metà del guado, il nostro canovaccio resta lo stesso: siamo una forza di cambiamento e innovazione che punta a far risorgere la città. Auspichiamo che anche altre forze si associno al progetto di rinnovamento». Prima di tutto, però, si guarda alla parte sana della città: «Al nostro fianco vogliamo persone competenti e oneste».

Un discorso, questo, che ricorda quello fatto ieri dai Popolari”, ma Cipriano mette subito dei punti fermi: «Il civismo è la strada giusta e va allargato in un recinto che abbia dei paletti. Oggi qualcuno rinnega traditori e trasformisti, noi invece abbiamo preferito andare in solitaria, una strada più complessa ma più credibile. Il civismo, però, richiede chiarezza e noi la attendiamo da quelle forze politicamente connotate che oggi parlano di civismo».

Insomma, si può camminare insieme in vista delle prossime elezioni, ma prima chiarendo la reale connotazione. Un messaggio diretto ai “Popolari” perchè «non ci serve far finta di stare insieme per poi arrivare alla notte dei coltelli prima delle elezioni, come successo con le 7 liste di Pizza». Inoltre vengono rispediti al mittente quelli che Cipriano chiama «ricatti» come nel caso di chi «pretende che si facciano passi indietro o chi invece impone già la sua candidatura. Con queste premesse non partecipiamo a nessun tavolo. Noi proponiamo un progetto chiaro e lineare, non candidiamo un nome, ma un metodo».

Cipriano, però, ringrazia anche chi ha elogiato la sua persona in questi giorni come nel caso di Pizza e Vignola o «quei consiglieri che puntano a un dialogo corretto». Le lusinghe da sole non bastano né accecano la vista perché «non accetteremo giochini di politici navigati e non barattiamo la città con candidature in enti o altre elezioni. Noi proponiamo un patto elettorale».

E questo patto deve essere costruito su tre basi solide: «Rinnovamento: fare spazio a una nuova classe dirigente, ma senza rottamare nessuno perchè chi ha avuto grandi esperienze deve accompagnare e aiutare chi non ne ha. Competenza: per noi uno vale uno non vuol dire nulla. E niente portatori di voti, ma portatori di idee. Se non si sanno risolvere i problemi della città, non serve a nulla avere centinaia di voti».

In quelle trattative elettorali che stanno per partire in vista delle amministrative 2019, quindi, Mai Più mette subito dei paletti imprescindibili per arrivare a un dialogo. Uno di questi è il concetto di cambiamento che, per Marietta Giordano, «non è una semplice parola, ma un metodo. Non come hanno fatto i 5 Stelle che hanno cambiato i nomi , ma nessun contenuto o metodo». Giordano accusa anche l’ex sindaco di non aver mai voluto dialogare realmente con il Consiglio né di aver mai avuto la possibilità di apprendere di persona le opinioni del primo cittadino: «Potevo leggerle solo sui social».

La sfiducia era diventata un atto dovuto, ma il vero responsabile è «il Movimento – denuncia Giordano. Noi avevamo intenzione di aiutare il governo del cambiamento, ma non potevamo più sottostare a menzogne e guardare un’amministrazione inconcludente».

Leonardo Festa sottolinea il modo di agire dei 5 Stelle come quello di classificare gli altri: «Sono entrato in Consiglio per la prima volta 5 mesi fa, ma per loro ero già un vecchio della politica. Chi non fa parte del Movimento appartiene automaticamente al vecchio». Ciampi, invece, viene visto come il granchio «che fa prima un passo avanti e poi uno indietro», il tutto sotto le indicazioni «del suo burattinaio biblista». Festa, però, punta il dito anche contro chi oggi, da dentro il Movimento sta prendendo le distanze da Sibilia «Andava fatto prima, quando Ciampi era ancora in carica. Ora è tardi».