Irpinianews.it

Rimborsi, bufera su dirigenti Inps di Avellino: tutti i nomi

inps-avellino

Pioggia di euro per false produttività Uffici Inps di Roma e della Campania nella bufera per un’inchiesta che coinvolge dirigenti e funzionari.

Le indagini interessano anche la sede di Avellino dell’istituto. Nell’elenco degli indagati figurano dipendenti con posizioni di rilievo che operano o che hanno operato in passato presso gli uffici di via Roma.

Secondo l’accusa, la task force dell’Inps, messa in piedi per scovare furbetti e lavoratori non in regola, avrebbe alterato i dati riportati sui verbali per elargire premi di produttività a capi e ispettori. Il tutto con la complicità dei vertici. La cifra è da capogiro: 703.360.141 euro maturati in quattro anni di attività portata avanti in diverse province.

Ad indagare è la Procura di Roma che ha richiamato una precedente inchiesta della Procura di Nocera Inferiore che aveva acceso i riflettori su dirigenti nazionali e funzionari delle sedi Inps della Campania.

TUTTI I NOMI – Ci sono anche alcuni dirigenti e funzionari Inps in servizio presso la sede di Avellino tra il 2011 ed il 2014 nel mirino della Procura di Roma per l’inchiesta sui falsi rimborsi.

A rivelare nomi e dettagli del procedimento che fa tremare i vertici dell’Inps è il quotidiano La Città, che ha seguito l’indagine partita da Nocera Inferiore.

Il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, richiama l’inchiesta partita dalla Procura di Nocera Inferiore e indaga dirigenti nazionali, funzionari delle sedi Inps della Campania e 31 ispettori della task force nazionale.

Decine di faldoni, intercettazioni telefoniche e ambientali, testimonianze sono al vaglio del procuratore capo romano e dei suoi sostituti.

Quei 703 milioni di euro sono stati erogati a dirigenti di prima e seconda fascia e agli ispettori di vigilanza come incentivi di produttività tra il 2011 e il 2014.

Ma secondo gli inquirenti il 29% dei verbali di disconoscimento delle attività produttive di quegli anni sarebbero falsi.

Per quanto riguarda la dirigenza Inps di Avellino, sono finiti nel mirino delle indagini alcuni funzionari in servizio tra il 2013 ed il 2015.

Si tratta di Petrone Clelia, Salerno, Direttore Provinciale di Avellino dal 2012 al 2013, Sarno Sandra, Baronissi (SA), Direttore Provinciale di Avellino dal 1/10/2013, Mazzeo Geraldina, Avellino, Responsabile area Manageriale dei Flussi assicurativi e Contributivi dei Conti individuali Aziendali di Prevenzione e contrasto Economia Sommersa e Lavoro Irregolare Inps Avellino, dal 1 gennaio 2012, Picariello Carmela, Avellino, Responsabile controllo di gestione Inps Avellino dal 1 gennaio ad aprile 2012, Spagnuolo Raffaele Avellino, Responsabile controllo gestione Inps Avellino da maggio 2012, D’Elia Aniello, Pontecagnano Faiano (Sa), Responsabile Vigilanza Ispettiva Inps Avelino.

Tra gli indagati figurano Massimo Angelo Ciotti, attuale direttore generale, ma anche Antonio Mastrapasqua, ex presidente e direttore dell’Inps. Con Mastrapasqua e Cioffi sono indagati altri alti dirigenti dell’Inps: Guido Abbadessa, presidente del consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Istituto fino al 2013, e il suo successore in carica Pietro Iocca; Antonio De Luca, ex direttore della direzione centrale di pianificazione e controllo di gestione a Roma; Sergio Saltalamacchia, direttore centrale delle risorse umane; Angelo Ghinassi, ex funzionario alla pianificazione e controllo di gestione e direttore centrale vicario, oggi consulente aziendale per importanti imprese nazionali e sindaco di Acquapendente in provincia di Viterbo.

I dirigenti nazionali avrebbero agevolato funzionari e dirigenti “infedeli” consentendogli di ingrossare i propri stipendi grazie a falsi verbali di disconoscimento. Una vicenda che era ben nota nella sede centrale di Roma, tanto che lo scorso anno gli inquirenti “captano” una telefonata nella quale due alti ufficiali della Guardia di finanza, incaricati dall’Inps per controllare proprio quei verbali di disconoscimento delle imprese. Ora si attende che la vicenda venga definita a Roma.

Exit mobile version