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Riforma scuola, Gabriele: “Battaglia di tutti, non solo dei precari”

Avellino – Nuova tappa della guerra al decreto Gelmini questo pomeriggio. I precari irpini della scuola sono stati raggiunti presso il presidio permanente del provveditorato agli studi dall’assessore regionale alla formazione e lavoro, in quota Prc, Corrado Gabriele, e dai segretari provinciale e cittadino del partito, Tony Della Pia e Costantino D’Argenio. Sinistra ancora una volta al fianco delle centinaia e centinaia di persone estromesse dal mondo dell’istruzione, dunque, in seguito agli effetti della riforma. Svariati i temi della protesta, molteplici e spesso complesse le sfumature, troppe le anime coinvolte. Una certezza condivisa dagli astanti: la mannaia che si è abbattuta tanto improvvisamente quanto impetuosamente sulla loro vita. Improvvisamente, a dire il vero, fino a un certo punto. Ci ha pensato proprio l’assessore regionale infatti a ricordare come l’idea di demolizione della scuola abbia in realtà radici molto più remote. “La tendenza al ridimensionamento dell’istruzione pubblica è iniziato già con il Ministro Moratti – ha detto – e con Fioroni è stata solo temporaneamente bloccata. La colpa – ha ammesso – è però di tutti i partiti, anche il mio, che non hanno preso in questi anni una posizione netta e decisa in merito a questo fondamentale diritto”. E le parole di Gabriele, in questo senso, hanno spesso fatto riferimento ad un campo di battaglia che deve necessariamente spostarsi dalla politica alla società. “Bisogna entrare nell’ordine di idee che questo non è un problema tra governo e opposizione, e che non tocca solo poche centinaia di persone. Si tratta di un’emergenza troppo grande, che investe tutti: le famiglie e i genitori per la lotta alla dispersione scolastica, gli organismi delegati alla tutela del lavoro come i sindacati anche per la rappresentanza, e lo stesso personale ancora in ruolo, che a partire dall’anno prossimo si troverà con minore margine di rivendicazione e di contrattazione”. Gabriele ha parlato di un autentico attacco alla scuola, per il quale il governo deve chiaramente stringere sulle sue posizioni e di seguito sulle sue responsabilità. E proprio in questo assunto vengono individuate le priorità dell’assessore regionale al lavoro: comprendere quali siano le effettive intenzioni di Roma. Se ci siano, insomma, i presupposti per sperare in un passo indietro. “Il fatto che l’anno scolastico sia stato inaugurato dalla Gelmini raggiungendo l’istituto di Nisida via… mare – ha però ironizzato – non è affatto un segnale positivo”. Poi il ruolo della Regione, che non deve accavallarsi a quello ministeriale – “Siamo sempre stati convinti che la scuola debba essere gestita su base unitaria e non regionale”, ha precisato – ma che può sostenere il “precariato diffuso” attraverso gli strumenti a sua disposizione. Uno scenario, quello tratteggiato, che è apparso dunque fortemente limitato, da un lato dalla centralità dell’amministrazione della scuola, dall’altro dalla stessa Comunità Europea, che vieta l’utilizzo di fondi per sopperire a funzioni che dovrebbero essere svolte dal governo. E così, come già avvenuto per l’industria, anche per quanto riguarda l’istruzione, da Napoli potrebbero arrivare solo misure sostanzialmente tampone. “L’intenzione già manifestata al Ministero – ha spiegato Gabriele – è quella di attingere dal fondo sociale per 20 milioni di euro da destinare al sostegno del reddito dei precari della scuola, a patto però che riguardi tutto il periodo di riferimento (fino al 2013, ndr) e stiamo dialogando anche con le altre regioni per studiare nuove opportunità d’intervento”. L’operazione interesserebbe circa 4mila docenti e personale lavorativo per altre 1500 unità e stando a quanto evidenziato da Gabriele, porterebbe a tre risultati: il coinvolgimento in progetti educazionali, l’integrazione al reddito e la salvaguardia del punteggio. Inoltre è al vaglio di Roma un’istanza con la quale si tenterà di allargare la platea degli interessati a tutti coloro che hanno svolto supplenze fino al giugno 2009. Da Palazzo Santa Lucia, tuttavia, una norma potrebbe arrivare. E’ quella relativa al dimensionamento delle classi entro le 25 unità – 20 in caso di presenza di studenti diversamente abili – per la quale Gabriele ha annunciato di voler riprendere l’iter del disegno di legge regionale già emanato. Si tratterebbe di uno strumento che faciliterebbe l’autonomia organizzativa degli istituti, soprattutto nelle aree interne dove resta vivo il rischio chiusura dei plessi. (di Eddy Tarantino)

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