Renato Spiniello – E’ il professore Vincenzo Belgiorno, ordinario del Dipartimento di Ingegneria Civile presso l’Ateneo di Salerno e a cura del piano di rimozione delle ecoballe per conto della Regione Campania, l’uomo a cui si rivolge Roberto De Luca, figlio del Governatore Vincenzo, nella seconda puntata dell’inchiesta “Bloody Money” di Fanpage durante il colloquio con Nunzio Perrella, camorrista pentito che funge da agente provocatore e che si presenta dal giovane politico fingendosi un imprenditore del settore rifiuti interessato ad un appalto per lo smaltimento delle ecoballe arrivando ad offrire, in sua assenza, anche una tangente.
“Non so ancora quale sarà il tecnico, se il professore Belgiorno o qualche altro della Regione” dice il rampollo della famiglia De Luca, indicandolo come colui che può rappresentare l’interlocutore giusto per le discussioni tecniche a Palazzo Santa Lucia. Il figlio del Presidente della Regione, a seguito all’indagine partita dalla Procura di Napoli che lo vede iscritto all’elenco degli indagati per corruzione, è finito per dimettersi da Assessore al Bilancio al Comune di Salerno.
Ma Belgiorno è anche un vecchio consulente del Comune di Avellino, sempre in tematiche di tipo ambientale. Parliamo della vicenda legata a Piazza Castello, per cui risultato indagati, per omissioni in atti d’ufficio e deposito non autorizzato di rifiuti, il Sindaco Paolo Foti e il suo predecessore Giuseppe Galasso. L’indagine fu avviata nel 2012 a seguito di analisi ambientali promosse proprio da Palazzo di Città, che certificarono il rischio sanitario scaturito dalle condizioni in cui versava l’intera zona, all’interno della quale vennero rinvenuti rifiuti di ogni genere insieme a materiali di scarto edilizio contenenti amianto.
Due anni dopo la Procura ordinò il sequestro dell’area per il rischio di una contaminazione da piombo e arsenico. Da allora i lavori sono proceduti a passo di lumaca. Foti, in un’intervista dell’aprile 2017, ha dichiarato che il 30/40% dei lavori sono già stati effettuati, manca la pavimentazione e altri interventi minimali alle fognature, ma per consentire alla ditta Cogepa di pavimentare i i cinquemila metri quadrati è prima necessario il dissequestro per la riqualifica superficiale.
A Belgiorno venne affidato il compito di redigere il documento di analisi del rischio da inviare alla Regione a conclusione del piano di caratterizzazione di Piazza Castello. Gli investigatori hanno accertato che, nonostante le analisi commissionate al docente, non era stata adottata nessuna misura necessaria per la prevenzione.