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Rifiuti – Vallata dice no alla discarica. Pronte le barricate

Vallata – Gli amministratori locali contrasteranno con tutti i mezzi civili e democratici la realizzazione della discarica in località Carosena, nel comune di Vallata. Con loro la popolazione, che pur manifestando sfiducia nei confronti delle istituzioni, ha consegnato ai sindaci la delega per svolgere una battaglia istituzionale dura, ma fondata perché non vi è alcun motivo valido a sostegno di una decisione incomprensibile. E i primi cittadini si sono detti pronti alle dimissioni in massa, se il gesto dovesse servire per evitare la discarica. La riunione che si è svolta questa sera presso la sala consiliare del comune di Vallata è stata da subito operativa: dopo l’ampio dibattito, aperto dal sindaco Carmine Casarella, sono state assunte tre determinazioni: la stesura di un documento attraverso il quale si spiega il motivo del no alla discarica; la proposta alle amministrazioni comunali di deliberare un testo uniforme per tutta la provincia di Avellino, nel quale si sostiene quanto approvato dal parlamentino irpino e si chiede che sia rispettato il piano per la provincializzazione dei rifiuti e la costituzione del comitato allargato agli amministratori locali, al mondo politico, alle istituzioni ed alle associazioni per organizzare sinergicamente le iniziative previste per i prossimi giorni. La gente è pronta a fare le barricate, anche se l’operazione mediatica organizzata nei giorni scorsi ha funzionato, nel senso che aver diffuso la notizia dell’arrivo delle forze armate a protezione dei siti e dei cantieri sta fungendo da freno. Il primo cittadino di Vallata e il presidente del consiglio provinciale Erminio D’Addesa hanno frenato gli umori, sottolineando che al momento non vi è alcun atto ufficiale dal quale risulta imminente l’inizio dei lavori in località Carosena, aggiungendo che occorre tenere alta l’attenzione riguardo a un rischio, nato dalla presentazione al supercommissario della indagine svolta sul territorio da un tecnico dell’Università di Napoli, che si è limitato a fotografare alcuni siti tra la Baronia e l’Alta Irpinia. Proprio le indagini apparentemente superficiali sono state al centro dell’intervento di Giuseppe Solimine, presidente della Comunità Montana dell’Ufita, sindaco di Trevico e consigliere provinciale, che ha avuto la sensazione di essersi trovato davanti ad uno studioso che in perfetta solitudine è andato in giro per l’Irpinia a decidere dove realizzare gli impianti. Solimine ha sottolineato l’importanza del piano di provincializzazione che prevede le strade idonee per uscire dall’emergenza. Ha evidenziato che, stando a quel piano, i comuni interessati dalla presenza dei rifiuti godranno di infrastrutture e ristori ambientali nell’ordine di dodici milioni di euro, inseriti in bilancio. Ha rimarcato la gravità del fatto che si sia iniziato a discutere intorno ad una ipotesi così importante senza avvertire la necessità, anche per correttezza istituzionale, di informare gli amministratori locali. Il rappresentante del Partito democratico ha chiesto che tutti gli enti locali chiedano alla Regione a al commissariato per l’emergenza rifiuti il rispetto delle decisioni assunte dal consiglio provinciale. La beffa è che la provincia di Avellino raggiunge la soglia del 41 per cento di differenziata, i comuni della Baronia sono all’80 per cento e per premio dovrebbero ricevere i rifiuti provenienti da Napoli, dove la differenziata non è mai partita nella indifferenza generale. Sono intervenuti anche i sindaci di Castel Baronia, San Sossio Baronia, Vallesaccarda, Lacedonia, altri hanno preferito ascoltare, come quelli di San Nicola Baronia e Lioni, ma tutti hanno espresso piena solidarietà verso Vallata e tutto il territorio ed hanno dichiarato piena disponibilità per qualsiasi forma di civile protesta. Non sono mancati i momenti di tensione, perché i cittadini non hanno più fiducia nelle istituzioni e, dunque, temono di poter essere investiti da un problema troppo grande per essere combattuto a livello locale, mentre la politica è apparsa a tratti un po’ litigiosa: un esponente locale di Alleanza nazionale ha chiesto le dimissioni di tutti, da Prodi al sindaco del comune più piccolo della Baronia, passando per la Regione, la Provincia e la Comunità Montana, ma la sua iniziativa verbale è stata intesa come una inopportuna provocazione in un momento molto delicato, così le risposte non sono mancate e sono volati anche aggettivi abbastanza pesanti, con minaccia di querela.

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