Rifiuti – Difesa Grande, Imbriano: “De Gennaro ci ripensi”

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“Di fronte alla gravità assunta dell’ennesima esplosione dell’emergenza, la politica deve agire con grande responsabilità e con la priorità di rimuovere le montagne di rifiuti che abbiamo per strada”. Così Gennaro Maria Imbriano, segretario provinciale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. “Ma proprio in quest’ottica – aggiunge Imbriano – credo sia opportuno anche far rilevare alcuni limiti che caratterizzano il Piano De Gennaro e che rischiano, in assenza di correttivi, di non consentire la risoluzione della crisi che affligge la Campania e l’Irpinia. Nulla dice il piano circa i sei milioni di «ecoballe» accumulate: si tratta di una bomba ecologica di dimensioni planetarie, che nessuno sa dove come e quando smaltire. E poi mi sarei aspettato l’adozione di misure straordinarie per far applicare le priorità indicate dell’Ue e della normativa nazionale in materia. Cioè ridurre la produzione di rifiuti, riciclare e infine smaltire o recuperare il residuo. Nella fase dell‘emergenza queste regole andrebbero attuate con misure drastiche ed eccezionali. Ad esempio proibendo la vendita dei prodotti usa e getta, per lo meno di quelli più ingombranti; bloccando l’uscita dalla catena distributiva di tutte le bibite in vuoti a perdere; eliminando gli imballaggi superflui, anche spacchettando alle casse dei negozi i prodotti acquistati”. Sui Cdr l’esponente irpino asserisce: “È certamente positiva la notizia della chiusura dei Cdr, perché vengano messi a norma e per trasformare alcuni di questi in impianti di compostaggio. Ma soprattutto sulla raccolta differenziata ci vuole molto più coraggio: mancano proposte misure e risorse che lascino immaginare una mobilitazione straordinaria. Infatti tutti sanno che la raccolta deve essere fatta porta a porta, che c’è bisogno di un personale formato e professionale, che ci vorrebbe subito l’impiantistica per far partire il riciclo”. Infine Imbriano affronta il problema della riapertura di Difesa Grande: “Voglio invitare sommessamente il Commissario De Gennaro a ripensarci. È bene che abbia già fissato al 30 aprile il termine della chiusura, ma sono convinto che un Commissario di Governo che metta in discussione un provvedimento definito dal Consiglio dei Ministri e approvato dal Parlamento, come la legge n.87/2007, commette un grave errore. In questo modo si indebolisce la già scarsa credibilità di cui godono le Istituzioni: non è così che si può uscire dall’emergenza. Il primo ed essenziale sforzo è invece esattamente l’opposto: ricostruire un clima di fiducia e un confronto con le popolazioni. E poi De Gennaro sa bene che quel territorio ha già fornito, negli anni scorsi, un sacrificio straordinario per la risoluzione di questa crisi infinita”.

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