Rifiuti, D’Andrea(Idv): “Interessi economici dietro alle decisioni”

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Continua la bagarre politica in merito alla questione sui rifiuti. Il voto positivo espresso dal consiglio regionale sull’emendamento proposto dalla giunta Caldoro che, in sostanza, mette da parte la provincializzazione del problema immondizia a favore di un mutuo soccorso delle realtà campane verso Napoli, ha scatenato le ire della politica locale, indignata, Presidente Sibilia in testa, soprattutto per il voto favorevole espresso dai consiglieri irpini. A tal proposito è intervenuto Aldo D’Andrea, esponente Idv che ha sparato a zero sul governo regionale attraverso una nota che riportiamo qui di seguito:
“Dunque ci risiamo, e questa volta ci riprovano con l’autorità del presidente Caldoro, sostenuto dal Consiglio Regionale.
L’opposizione alla deprovincializzazione dello smaltimento dei rifiuti ha raccolto in Consiglio solo cinque voti, e, degli Irpini, i soli che hanno osato votare contro sono stati D’Amelio, Zecchino e Ruggiero. Così anche l’intero Consiglio Provinciale, con alla testa il suo presidente Sibilia, e così anche il Prof. Anzalone, il sen. De Luca, l’On. Iannaccone, non hanno fatto mancare le immediate proteste a questa scelleratezza, stigmatizzando il prepotente abuso perpetrato ai danni della nostra Provincia dalla Giunta Caldoro e dal Consiglio Regionale.
Partiamo da qui, da una Irpinia che tenta di ritrovarsi nella sua identità, oltre le divisioni e le appartenenze politiche, e che non si rassegna al declino, alla rassegnazione, alla desertificazione. Succhiare la nostra acqua, chiudere i nostri Ospedali, con quel fantomatico Florio, ingegnere di Palazzo Caldoro e prefetto liquidatore delle conquiste di civiltà irpine, è servito a capire: occorrono spazi per deposito di altrui immondizia. Satrapia e incapacità: l’esplosiva miscela del duo Caldoro-Florio.
Ma forse non è solo incapacità. Appare strano, infatti, che resti chiuso lo Stir di Caivano, malgrado che a Napoli giacciano per strada oltre 2000 tonnellate di rifiuti; questa struttura potrebbe trattare 1500 tonnellate al giorno, e Napoli non ne produce più di 1200, e di questi il 70% potrebbe bruciarsi ad Acerra, poco meno del 10% si trasferisce in atmosfera ed il restante in frazione biostabilizzata. Perché allora, l’immondizia resta per strada a Napoli, e si “ordina” all’Irpinia di accogliere rifiuti non suoi, spacciando questo come concetto di solidarietà interprovinciale? Qualcuno ha fatto i conti, e pare che sul trasporto si arrivi a costi di 180 euro a tonnellate; allora il concetto di solidarietà, da loro invocato, potrebbe restringersi a pochi fortunati “bisognosi”, e tutto diventerebbe più chiaro”.

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