Ricomincia la scuola: mamme sollevate, studenti meno entusiasti. In pochi hanno fatto i compiti

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Con l’inizio di settembre, le campanelle scolastiche tornano a suonare in tutta Italia, portando con sé un misto di sollievo e ansia. Per molte mamme, il ritorno alla routine scolastica dei figli rappresenta una pausa dai mesi estivi, spesso caotici e pieni di attività. Tuttavia, per gli studenti, l’entusiasmo è decisamente più contenuto, soprattutto per coloro che non sono riusciti a completare i compiti estivi.

Secondo un recente sondaggio, solo il 25% degli studenti italiani è riuscito a terminare i compiti assegnati per le vacanze, mentre il 75% li ha trovati eccessivi e non li ha completati. Questo dato riaccende il dibattito sull’opportunità di assegnare compiti durante le vacanze estive, una questione che divide non solo studenti e genitori, ma anche pedagogisti ed educatori.

Da un lato, i compiti estivi sono pensati per mantenere vive le competenze acquisite durante l’anno scolastico. Con tre mesi di pausa, è facile per gli studenti dimenticare alcune delle conoscenze apprese, e i compiti servono a mantenere attiva la mente, facilitando il rientro a scuola. In quest’ottica, esercizi di matematica, letture, e altre attività didattiche possono fungere da ponte tra un anno scolastico e l’altro.

Molti studenti e genitori ritengono che il carico di compiti sia spesso eccessivo, trasformando le vacanze in un periodo di stress piuttosto che di riposo. Secondo il sondaggio, il 49% degli studenti accetterebbe i compiti solo se fossero pochi e ben calibrati, mentre il 25% è fermamente contrario. I critici sottolineano che le vacanze dovrebbero essere un periodo dedicato al riposo, al gioco e alla scoperta, non un’estensione del carico di lavoro scolastico.

Alcuni pedagogisti sostengono che i compiti siano un male necessario, ma solo se dosati con equilibrio. L’importante è lasciare spazio anche all’ozio e al tempo libero, elementi fondamentali per una crescita sana. In questo contesto, i compiti dovrebbero essere concepiti in modo da appassionare i ragazzi, rendendoli non un peso, ma un’opportunità di apprendimento autonomo.

La sfida principale sembra essere trovare un equilibrio tra apprendimento e riposo. È indubbio che i compiti estivi possano avere un ruolo positivo se ben dosati, ma è altrettanto chiaro che un carico eccessivo può avere l’effetto opposto, causando frustrazione e stanchezza. Le famiglie e gli insegnanti devono collaborare per assicurarsi che i compiti assegnati siano significativi, ma non eccessivi, tenendo conto delle esigenze individuali degli studenti.