Riabilitazione sempre più rischio in Irpinia, scatta la mobilitazione

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Ausili, dispositivi, riabilitazione, diagnosi, cura sono messi in serio pericolo dai ritardi e dagli inadempimenti sui livelli essenziali di assistenza. E chi ne risente maggiormente sono le persone con disabilità. Il grido di allarme del Garante dei diritti dei disabili, l’avvocato Paolo Colombo, viene amplificato e rilanciato da Aisic (Associazione imprese sanitarie in Campania) e Aspat Campania (Associazione sanità privata accreditata territoriale) nell’ambito della conferenza pubblica sulla rimodulazione del fabbisogno prestazionale del comparto riabilitativo avellinese ed irpino, per una equità distributiva della risorse regionali ed il superamento delle disegualianze territoriali.

Le associazioni rappresentano i centri privati accreditati di riabilitazione dell’Asl di Avellino. Le ragioni della mobilitazione delle imprese sanitarie avellinesi – che erogano per conto del Servizio Sanitario Regionale un volume complessivo annuo di oltre 300mila prestazioni nei diversi setting a garanzia del principio di continuità assistenziale – sono state illustrate da Pier Paolo Polizzi di Aspat.

L’Asl di Avellino detiene il più basso indice di prestazioni pro-capite della Campania e viene penalizzata con un minore importo budgettario rispetto alla media regionale.

All’azienda sanitaria viene chiesto di avviare, presso la Regione Campania, l’istanza per una rimodulazione del fabbisogno prestazionale del comparto riabilitativo irpino.

“Rischiamo un autunno a malpartito – avverte Polizzi – ovvero non saremo più in grado di dare continuità assistenziale ai cittadini per la riabilitazione né ottemperare a quanto prescritto dal piano regionale che regola il governo delle liste d’attesa. Abbiamo fatto proposte plausibili e percorribili che sono la continuazione di quanto già avviato nel 2014 da parte della Regione Campania sul problema delle quote capitarie. L’Asl di Avellino è la più sottosimata rispetto all’attribuzione di budget in quota capitaria, ridotta delle metà rispetto alle altre province. Una carenza che si riflette sull’assistenza”.

Al fianco delle associazioni anche Cittadinanzattiva con Antonio Lonardo.