Rete Soma oltre le #maglietterosse: “Noi in piazza anche prima del 7 luglio”

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Renato Spiniello – Una Maglietta Rossa per dire basta all’emorragia di umanità. Sotto la pioggia di Avellino sono stati in decine a rispondere lo scorso sabato all’appello del fondatore di Libera Don Luigi Ciotti: cittadini, associazioni, artisti e i migranti del gruppo mercoglianese “Comunità accogliente”.

Tra gli organizzatori c’era anche Rete Soma, l’associazione di mutualismo e solidarietà che si fonda sul volontariato e sulla volontà di coinvolgere direttamente le persone all’interno delle azioni programmate.

“A decine siamo rimasti lì, sotto la pioggia, in quanto non rappresentati da partiti o istituzioni – ci spiega il responsabile migrazioni Jacopo Caruso – persone di tutte le età hanno voluto presenziare all’iniziativa, segno che ci sono temi comuni rispetto ai quali c’è voglia di confrontarsi”.

Le polemiche, tuttavia, non sono mancate soprattutto sui social, inondati da invettive e odio contro la campagna delle #maglietterosse, definita come l’inutile simbolo di una sinistra priva di contenuti.

“Ci hanno chiamati radical chic – sottolinea Caruso – ma noi siamo stati in piazza anche per l’abrogazione dell’articolo 18 e quando fu firmato il decreto Minniti-Orlando. Siamo stati in piazza a manifestare contro una serie di iniziative che mortificavano la scuola o la sanità, ma forse abbiamo peccato di non aver comunicato abbastanza la nostra presenza rispetto a tali iniziative”.

Secondo il referente dell’associazione c’è “una frustrazione di fondo che ci porta ad attaccare il nero di turno o chi viene definito radical chic, ma i veri problemi sono l’evasione fiscale, il lavoro nero, chi istituzionalizzante crea una situazione di disagio per ottenere una bassa manodopera e la gestione dell’immigrazione, che va tolta dalle mani dei privati ed eliminate le zone d’ombra che favoriscono la clandestinità”.

La soluzione, secondo Caruso, non può essere la digitalizzazione per il controllo dei migranti, come hanno proposto Primavera Irpinia e Wind of Change. “Sembra quasi che si percepisca la necessità di tenere sotto controllo queste persone come se fossero maggiormente esposte al pericolo di atti criminali o comportamenti criminogeni, ma se si vuole allontanarle da tali contesti basta non farli sentire più come animali affetti da rabbia”.

Un clima di odio su cui, secondo l’associazione, contribuiscono non poco i social network. “Ci sono gruppi facebook che creano queste ondate di commenti negativi. E’ un fenomeno organizzato che risponde alla logica delle squadracce: si mira a un determinato post o a un determinato articolo e si crea un effetto sciame. Un modo per fare branco e apparire di più di quelli che si è”.

Soma, tuttavia, va oltre le #magliette rosse e la questione migranti, oggi alle ore 20:00 alle spalle del Duomo ci sarà la consueta assemblea settimanale.

“Un’assise aperta a tutti – chiosa Caruso – noi di Rete Soma abbracciamo tutte le cause di chi vive situazioni di disagio e non si sente rappresentato dalle istituzioni. Stiamo organizzando uno sportello rivolto all’orientamento, all’assistenza e che offra anche assistenza legale. Puntiamo a creare un ambulatorio di prima assistenza per quelle fasce della popolazione che non possono curarsi a causa delle lunghissime liste d’attesa. Andiamo inoltre avanti con i laboratori di lettura nei quartieri con lo scopo di mettere in contatto le famiglie delle periferie con la cultura. Siamo aperti a tutti e a tutte le proposte, cercando di fare rete tra le diverse associazioni”.