L’operazione antidroga dei Carabinieri della Compagnia di Avellino, che hanno eseguito quindici misure cautelari firmate dal Gip del Tribunale di Avellino Giulio Argenio su richiesta della Procura di Avellino (i sostituti Luigi Iglio e Vincenzo Toscano) alla prova del Tribunale del Riesame. Questa mattina sono iniziate infatti le discussioni davanti ai magistrati dell’Ottava Sezione del Tribunale della Libertà dove i difensori di una parte dei quindici indagati raggiunti dalle misure hanno proposto ricorso per l’annullamento. L’operazione aveva sgominato una vera rete di spaccio distribuita in tutta la città. Tutto partito nell’ottobre del 2021, quando in un altro procedimento, i militari del Nucleo Operativo della Compagnia dei Carabinieri di Avellino rilevano che M.B classe 80, anche lui finito agli arresti domiciliari, oltre ad essere parte offesa in una vicenda nata sempre da ambienti di droga aveva avviato una fiorente attività di spaccio di cocaina, quella di cui si approvvigionava da un soggetto originario di Scampia e da altri due spacciatori avellinesi. Da qui i Carabinieri seguono un filo rosso che li porta a scoprire almeno altre tre piazze e diversi gruppi. Ma prima di entrare nel racconto di una indagine che è andata avanti per due anni con tradizionali attività tecniche, osservazione, anche telecamere e numerosi sequestri.
Ventotto capi di imputazione per i venti indagati dell’inchiesta di Procura e Carabinieri. Spaccio di sostanze stupefacenti e’ l’accusa nei loro confronti. I fatti contestati partono dall’ ottobre del 2021 e si riferiscono a cessioni di cocaina, hashish, eroina e anche un caso di commercializzazione del “metadone” consegnato al Serd di Avellino e invece spacciato ad altri tossicodipendenti. La droga alle varie piazze in citta’ arrivava da Scampia. Questo come ha documentato l’imdagine almeno fino al novembre del 2011, quando ci sarà il primo sequestro per l’attività di spsccio. Ad approvvigionare la città un soggetto che viene intercettato con lo stesso M.B, che e’ anche creditore nei suoi confronti di una somma. E” lui a rifornire su prenotazione i pusher avellinesi. Con una tecnica che cerca di evitare anche i controlli. Dai contatti di M.B si scoprono anche altri spacciatori. E’ il primo gruppo che finisce all’attenzione dei Carabinieri. Sono loro a novembre, quando da Scampia non ci sono più contatti, a cercare altre piazze. E quindi si opta per la zona vesuviana. Bresciano e Castello di Cisterna. Entrano in gioco altri due pusher che riforniscono anche a domicilio i “clienti” in tutta la città capoluogo. La piazza dove spacciano e’ quella nei pressi del Ponte della Ferriera, alle spalle dell’ex Mercatone, ma anche a pochi passi dal Comune di Avellino. Una zona piuttosto collegata anche da un’altra circostanza al vaglio dei Carabinieri, il ruolo di due esercenti che avrebbero approvvigionato la piazza. Infine viene fuori che c’era anche un altro pusher attivo nelle zone limitrofe al Tribunale. Grazie a sequestri, osservazioni tecniche, alcune telecamere piazzate dai Carabinieri e alle intercettazioni, oltre all’ascolto anche dei clienti in alcuni casi, è stato possibile ricostruire tutta la rete che operava nel territorio cittadino.