Un Renzi “teatrale” al Gesualdo: il Paese reale vero nemico della sua Riforma

0
233

Pasquale Manganiello – One man show allo stato puro, Matteo Renzi si è preso il palco del Teatro Gesualdo di Avellino ed ha fatto dell’ironia e del sarcasmo il filo conduttore del suo percorso tra i problemi dell’Italia e l’arringa alla platea del sì, giunta in massa a Piazza Castello, per ascoltare dalla bocca del presidente del Consiglio le ragioni per dare fiducia a questa Riforma.

Un uomo di spettacolo che piace e si piace, che frena i troppi entusiasmi del popolo Pd e che placa i pochi che hanno osato dissentire, sviando democraticamente con il solito eloquio sferzante.

Sempreverdi gli slogan motivazionali, immancabile la teoria del gufismo, attacchi a volte brillanti a volte scontati agli oppositori.

I PUNTI FORTI:

“Salviamo chi è in mare e chi ha bisogno di una speranza.” – Renzi rilancia il tema immigrazione e si schiera apertamente contro chi alza i muri. “L’Italia non ce la può fare da sola ma non abbandoniamo nessuno.” Il Pd, per un momento, torna di sinistra.

“A me dà noia che quelli del no sono tenuti insieme dalla avversità verso di me e non hanno neanche un punto in comune.” L’ammucchiata che sta caratterizzando il fronte del no non può che far felice Renzi. D’Alema e Berlusconi che votano la stessa cosa di Salvini e Grillo e che fanno campagna elettorale contro Renzi non possono che far rifiatare il sì che, infatti, sta crescendo nei consensi.

“Ho fatto degli errori nel personalizzare”. Renzi ammette la strategia iniziale totalmente sbagliata e fa bene. Il referendum avrebbe comunque preso questa piega insieme al leitmotiv “con o contro Renzi” ma non sarebbe stato uno scivolone comunicativo del Premier. Il “se perdo me ne vado” si è instillato in molte intenzioni di voto degli italiani.

I PUNTI DEBOLI:

“L’Italia sta ripartendo”. Vero. L’Italia sta ripartendo…verso l’estero. Esodo di massa dei giovani, fuga di cervelli che cercano soddisfazione e considerazione in altri Paesi europei dopo anni di studi e di sacrifici inutili non ripagati dal “sistema” italiano. Siamo ancora oltre il 40% di disoccupazione giovanile ed il jobs act, dati alla mano, considerando che ci è costato oltre 20 miliardi ed ha disintegrato in un amen diritti conquistati in decenni di lotta, si è dimostrato un vero fallimento.

“Rimango ogni volta sconvolto da quanta fame d’Italia c’è nel mondo.” Milioni di Italiani, invece, sono e rimangono sconvolti per quanta fame c’è in Italia. Dieci milioni di persone sotto la soglia di povertà, tagli alla sanità, problemi nei trasporti e nei servizi essenziali, soprattutto nel Mezzogiorno. La politica economica del Governo Renzi, in caso di esito negativo, sarebbe la causa principale della sconfitta del sì. Il merito della Riforma lascia il tempo che trova quando ci sono milioni di cittadini incazzati che non vedono l’ora di rispedirti a Rignano sull’Arno.

Venerdì lo scontro televisivo, da Mentana, tra il presidente del Consiglio e Ciriaco De Mita. Sarà un tour estenuante: è chiaro che questa Riforma, qualunque sia l’esito del Referendum, non può stravolgere la vita e i destini degli italiani ma è altrettanto chiaro che il 4 dicembre Renzi si gioca molto se non tutto.

In caso di abbandono della vita politica, la scena teatrale italiana potrebbe scoprire un nuovo valido protagonista. Debutto ad Avellino. Se il Teatro è aperto.